Palermo, 13 luglio 2017: Nessuno da Palermo o Agrigento pensi di imporre soluzioni extra ordinem sull’IAS senza averle prima concordate con i rappresentanti Istituzionali del territorio e con i rappresentanti dei lavoratori – Lo comunica l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS – Lo scorso dicembre il Direttore Generale facente funzioni dell’IRSAP aveva indicato una soluzione, tra l’altro, ampiamente voluta dal legislatore nazionale, oltre che da me, che prevedeva l’aumento della quota di partecipazione della Regione Siciliana, attraverso la sua controllata IRSAP, nel capitale sociale dell’IAS, soluzione che era ed è rimasta l’unica possibile e praticabile per evitare eventuali bandi per l’assegnazione dei beni della Regione Siciliana.
Sostituito il Direttore Generale dell’IRSAP, da notizie giornalistiche, sembrerebbe che l’orientamento sia radicalmente cambiato: della serie le scelte non le fa il territorio, ma le subisce perché le fa il Direttore Generale dell’IRSAP del giorno dal momento che negli ultimi sei mesi sono cambiati ben tre Direttori Generali – ha proseguito l’On. Vinciullo.
A chi dovrà prendere la decisione definitiva sull’argomento ricordo che la concertazione con i rappresentanti dei lavoratori e con i rappresentanti del territorio in una vicenda così spinosa e complessa è quanto mai necessaria perché riguarda i beni che appartengono alla Regione, cioè al Popolo Siciliano che non possono essere dati assolutamente in comodato d’uso a nessuno, l’ecosistema della provincia di Siracusa , il futuro dei lavoratori che non possono essere “consegnati” alle industrie, ma che devono rimanere liberi da ogni condizionamento perché chiamati a controllare le acque reflue inviate dalle medesime industrie. Nel caso in cui – ha concluso l’On. Vinciullo – il destino dell’IAS fosse affidato alle industrie i lavoratori non potrebbero più liberamente svolgere la loro attività di controllo, ma sarebbero condizionati, anche se non richiesto, dai loro datori di lavoro cosa che non può assolutamente accadere, pertanto si ritorni al progetto originario già indicato dall’allora Direttore Generale, non si facciano furbizie cambiando itinerario in corso d’opera perché fissata la meta cambiarla spesso diventa sospetta, quindi facciamo nostro il motto , “sine metu usque ad metam” così evitiamo di dover fare nostro il detto andreottiano “a pensar male si commette peccato ma spesso ci si azzecca”.