Palermo, 13 giugno 2017: A meno di 20 giorni dalla scadenza dell’ultima proroga, né l’Assessorato regionale delle Attività Produttive, né tantomeno l’IRSAP hanno fatto conoscere qual è la loro volontà sul futuro dell’IAS. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.In Commissione Bilancio, il Commissario dell’Irsap aveva ricevuto precise indicazioni quale il consolidamento della posizione della Regione all’interno dell’assetto azionario della Società, la riduzione dei componenti del Consiglio di Amministrazione nel rispetto della legge e la necessità di chiudere la vicenda entro il 30 giugno, dal momento che un’ulteriore proroga non è assolutamente né pensabile, né proponibile.Dell’aumento della partecipazione regionale all’interno della Società e della diminuzione del Consiglio di Amministrazione ancora non si è fatto nulla, con grave pregiudizio e grave nocumento per il territorio e per i lavoratori.Ho letto con piacere, ha proseguito l’On. Vinciullo, la presa di posizione di autorevoli esponenti del PD che, implicitamente, confermano la bontà della mia proposta, che poi è diventata la proposta della Commissione Bilancio.È chiaro che solo aumentando la propria quota azionaria la Regione può farsi carico di investimenti all’interno del depuratore, ma, nello steso tempo, una cosa deve essere chiara: non si può continuare a smaltire in una struttura pubblica senza pagare alla Regione quello che è dovuto, né può essere sopportata la tesi che senza la presenza degli industriali l’IAS è costretta a chiudere.La situazione è esattamente al contrario: senza la presenza dell’IAS le industrie sarebbero costrette a chiudere E allora, ha continuato l’On. Vinciullo, dal momento che non hanno ancora compreso il valore strategico del depuratore di proprietà della Regione, gestito dall’IAS, sarebbe opportuno che l’Assessore delle Attività Produttive e il Commissario dell’Irsap, nonché presidente dell’IAS, si dimettano immediatamente in quanto, in tutti questi anni, non sono riusciti a tutelare la proprietà del bene, non sono riusciti a modificare il Consiglio di Amministrazione, che continua ad essere illegittimamente composto, ed oggi, a 17 giorni dalla scadenza dell’ultima proroga, oggettivamente, non sanno a che Santo votarsi né che pesci prendere.Alle volte, ha concluso l’On. Vinciullo, la fuga è vergogna, ma è salvamento di vita, forse è il caso che ognuno di loro due se ne torni a casa e lasci, a chi ha le giuste competenze e conoscenze, la gestione di una situazione difficile, complessa e complicata, che non si può delegare né tantomeno considerare come una vicenda di serie B, quando, invece, per la provincia di Siracusa e per la Regione Siciliana è una vicenda strategica.