Il Governo ha deciso di applicare in Sicilia la Legge Regionale 31 maggio 2011 n.9 “Norme sulla promozione, valorizzazione ed insegnamento della storia, della letteratura e del patrimonio linguistico siciliano nelle scuole ” pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana del 3 giugno 2011. Lo comunica Vincenzo Vinciullo.Sono soddisfatto perché il Disegno di Legge, poi trasformato in legge, aveva, fra gli altri, unificato il mio Disegno di Legge n.344 che qui si allega.La storia siciliana, come dicevo nella relazione di accompagnamento del mio Disegno di Legge, ha rappresentato nei secoli uno degli esempi più significativi della integrazione fra diverse storie, culture e religioni e il felice connubio tra popoli di tradizioni spesso opposte fra di loro, eppure queste differenze hanno consentito di creare un vero e proprio laboratorio che ha dato dei frutti straordinari, spesso visti come esempio nel mondo.Come dicevo, sempre nella relazione introduttiva, ha proseguito Vinciullo, in un momento della nostra vita in cui la globalizzazione impone sempre di più la difesa e la promozione delle identità locali, appare necessario intraprendere una strada nuova di consapevolezza del nostro passato, presupposto unico per affrontare la sfida, sempre più pressante, del confronto socio- economico con i Paesi del Mediterraneo e sempre nella relazione venivano fissati i compiti della Regione, cioè non solo quello di tutelare, ma di rilanciare e promuovere la conoscenza e la diffusione della nostra letteratura e storia, varando un programma di insegnamento della storia e della letteratura siciliana nelle scuole di ogni ordine e grado dell’Isola a partire dalle elementari.E’ chiaro che, ha continuato Vinciullo, il Disegno di Legge prevedeva che almeno il 10% del monte ore fosse assegnato all’insegnamento della letteratura e della storia della Sicilia, ma già aver accolto la legge è un fatto sicuramente positivo.Adesso, occorre programmare i percorsi didattici, verificare le modalità per la scelta dei docenti che, sia chiaro, devono avere competenze specifiche nel settore, dimostrabili attraverso il proprio curriculum universitario e le materie sostenute attinenti alla linguistica, alla storia e alla letteratura siciliana, perché la Sicilia, ha concluso Vinciullo, è in grado di immaginare un percorso didattico educativo dove, da Quasimodo a Pirandello, da Vittorini a Brancati, da Domenico Tempio al Meli, da Giovanni Gentile a Gorgia da Lentini, da Verga a Capuana, solo per citarne alcuni, possa fare emergere le potenzialità della cultura siciliana che, a differenza di quanto si può immaginare, non ha mai avuto un “tramonto” ma, semmai, una continua lotta per emergere e per affermare la propria identità, spesso condizionata dalla insularità, che, tuttavia, non l’ha condannata ad una marginalità, come alcuni critici hanno pensato di poter affermare.