Nella scorsa Legislatura, nella Programmazione di Sviluppo Rurale Sicilia 2014-2020, era stata prevista la Sottomisura 5.2 che prevedeva un “Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici”. Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.Il Dirigente Generale dell’Assessorato dell’Agricoltura ha emanato il Bando 2020 “Investimenti per il ripristino di impianti arborei a destinazione produttiva danneggiati da Erwinia amylovora con riferimento al pero, da Sharka (PPV) con riferimento alle drupacee e da Tristeza (CTV) e Plenodomus tracheiphilus (malsecco degli agrumi) in riferimento agli agrumi” con una dotazione finanziaria pari ad euro 10.000.000,00 di cui 6.050.000,00 di quota FEASR, la cui disponibilità è subordinata all’approvazione da parte della Commissione Europea della rimodulazione finanziaria della sottomisura.Le domande per accedere ai benefici, tramite il portale SIAN, devono essere presentate dagli agricoltori dal 15 giugno 2020 al 31 ottobre 2020, per poi essere esaminate ed ottenere i contributi previsti.Mentre, a mio avviso, troppo tempo passerà dalla richiesta alla concessione dei contributi, insufficienti sono le somme utilizzate, peraltro, ripeto, stanziate nella scorsa Legislatura, quando il problema non esisteva nella drammaticità odierna e le risorse erano destinate anche per gli impianti arborei riferibili al pero, alle drupacee e quindi alla Tristeza virus degli agrumi e al malsecco dei limoni.Sull’argomento, ha proseguito Vinciullo, non possiamo più perdere tempo, occorre aumentare la disponibilità finanziaria, attingendo ad altre misure del Programma di Sviluppo Rurale Sicilia e posso assicurare che le risorse esistono e sono anche più che sufficienti per combattere la drammaticità del momento.Non solo aumentare la disponibilità del capitolo, ma occorre trasformare le richieste e farle diventare “a sportello” in modo che da subito vi siano le risorse necessarie per combattere questa terribile malattia che sta distruggendo i nostri limoni, concedendo agli agricoltori che facciano richiesta anche un’anticipazione di cassa.Ritengo inoltre indispensabile istituire dei corsi di formazione, frutto di una collaborazione positiva fra Regione e associazioni di categoria, in modo tale che sia i proprietari quanto gli operatori “potatori” siano nelle condizioni di intervenire in maniera razionale e scientifica sugli alberi e non vi sia la distruzione tout cour delle piante di limone, prevedendo controlli sui fondi coltivati a limone e prendendo come esempio la normativa spagnola che, dal 2018 in poi, è riuscita ad operare in maniera positiva superando anche i vincoli imposti dalla Comunità Europea sugli aiuti di Stato, che, in questo caso, non esistono in quanto trattasi di combattere una malattia che rischia di diventare endemica e che potrebbe portare alla distruzione di intere colture di limone.In pratica, ci troviamo di fronte al coronavirus dei limoni e quindi le misure che devono essere prese devono essere drastiche, univoche e non lasciate alla capacità degli imprenditori agricoli di intervenire oppure, ancora peggio, non avendo le risorse a disposizione e le conoscenze e le competenze necessarie, interventi inesistenti oppure, peggio ancora, errati.Il bando, così come emanato, non risponde alle necessità di avere risorse finanziarie per tutto il territorio regionale e, soprattutto, potranno arrivare solo a partire da gennaio 2021, quando sarà ormai troppo tardi!Quindi, ha concluso Vinciullo, il Governo regionale si svegli sull’argomento, pensi meno a fare inaugurazioni farlocche e più ai problemi veri della Sicilia, anche perché hanno avuto la fortuna di trovare le casse della Regione ricche di risorse finanziarie stanziate nella scorsa Legislatura e quindi non si giustifica questa perdita di tempo.