Siracusa, 29 agosto 2018: Due giorni fa, si è tenuta l’assemblea dei soci dell’IAS, ancorché, secondo me, illegittimamente composta, per approvare il bilancio della società. L’Irsap, che ritiene di detenere le quote dell’IAS, mentre secondo me continua a detenerle l’ex Consorzio ASI di Siracusa, non si è presentata e, di conseguenza, l’Assemblea, per approvare il bilancio, è stata rinviata al 31 agosto.Se il 31 non verrà approvato il bilancio, su cui io non esprimo alcun parere, per non averlo mai visto, verranno poste le condizioni giuridiche per la messa in liquidazione della società, o da parte del Consiglio di Amministrazione o da parte del Collegio Sindacale. Lo dichiara Vincenzo VinciulloTutto ciò sta avvenendo nel più assoluto silenzio, senza che alcuno intervenga a fare sentire la propria voce, indifferente al fatto che, con la messa in liquidazione della società, un patrimonio importante della nostra Regione, nonché della nostra Provincia, per quanto riguarda la bonifica ambientale e per le competenze e le capacità del personale, verrà messa in discussione.Ora, io mi chiedo: dove è la politica? Dove sono i sindacati? Dove sono i rappresentanti della società civile, che su questa vicenda dovrebbero vigilare per impedire la perdita di un patrimonio così importante che appartiene alla Regione Siciliana e a noi tutti?È evidente che quel progetto, per anni messo in cantiere, per la svendita e la privatizzazione dell’IAS, che io, in qualità di Presidente della Commissione Bilancio, ho intercettato ed impedito e che, stando ai mass media, è anche oggetto di una serie di telefonate intercettate nel cosiddetto filone Montante, torna di attualità in maniera subdola e senza avere il coraggio di farne strumento di dibattito politico e sindacale.Per questo motivo, ha continuato Vinciullo, mi appello ai rappresentanti delle forze politiche, sindacali e agli esponenti della società civile affinché vengano attivate tutte le procedure necessarie per impedire la svendita e la privatizzazione della società.Ricordo a tutti che la società che gestisce il depuratore è una società mista, con capitale a maggioranza pubblico, per la maggior parte della Regione Siciliana e poi, in minima parte, dei Comuni di Melilli e Priolo, ma la struttura, i beni materiali, il sito e il depuratore sono di proprietà della Regione e per cui sia chiaro che, ammesso che si decida di svendere l’IAS, può essere svenduto il nome, ma non i beni, il sito e i luoghi perché, ripeto, questi sono di proprietà della Regione.Invito, di conseguenza, l’Assessore regionale delle Attività Produttive e l’attuale Presidente della Commissione Bilancio e Programmazione dell’Assemblea Regionale Siciliana a vigilare affinché si eviti la svendita di beni di proprietà pubblica.Svendita e privatizzazione della società i cui danni, poi, saremo costretti a pagare per i prossimi decenni, sia in termini di mancata bonifica del territorio, sia in termini di perdita del patrimonio pubblico.A tutti, compreso, evidentemente, l’Autorità Giudiziaria, faccio appello, ha concluso Vinciullo, affinché si eviti questo scippo, affinché si eviti che 80 lavoratori possano vedere a rischio il loro posto di lavoro, ma, soprattutto, perché si eviti che una zona come Marina di Melilli torni ai livelli di inquinamento del secolo precedente.