Siracusa, 16 gennaio 2018: Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno ha diffuso i dati relativi agli sbarchi per il 2016 e il 2017. Da una analisi dei dati, si è passati nel 2017 da un picco di 23526 sbarchi al mese, fra maggio e luglio, ai 2327 sbarchi del dicembre scorso. Ora, la necessità di realizzare il centro attrezzato per primo soccorso ad Augusta nasceva dalla necessità e dall’emergenza di dover accogliere un numero molto elevato di migranti.L’accordo fra l’Italia e la Libia per la sorveglianza delle coste e uno stretto controllo da parte della nostra Marina Militare ha, di fatto, ridotto al 10% questi sbarchi.E allora, a che serve il centro attrezzato per primo soccorso di Augusta? Lo dichiara Vincenzo Vinciullo.Per quale motivo tenere, per 4 anni, bloccato il Porto Commerciale di Augusta e perché questo Governo, che ormai è a fine Legislatura, perché di qui a qualche mese si vota, si ostina a volere, a tutti i costi, realizzare questa struttura?Le strutture esistenti su tutto il territorio nazionale sono nelle condizioni di poter accogliere il 10% di migranti nel nostro territorio.È un fatto certo, che nessuno può mettere in discussione e che dovrebbe fare riflettere il Ministero dell’Interno su questa decisione che appare ormai illogica e priva di qualsiasi valenza strategica.In tutta questa vicenda, colpisce però l’assenza della Regione Siciliana.La stessa Regione, infatti, in virtù dei poteri riconosciuti dallo Statuto Siciliano, che è parte integrante della Costituzione Italiana, ha poteri esclusivi e concorrenti con lo Stato nella gestione delle coste e dei porti.Di conseguenza, prima di immaginare, e solo immaginare, la realizzazione di questa struttura, sarebbe stato necessario, da parte del Governo nazionale, concordare con il Governo regionale tempi, modalità e luoghi dove realizzare una struttura per accogliere i migranti.I flussi, però, sono in netto ed evidente diminuzione e pertanto non esistono più le motivazioni emergenziali di qualche mese fa.Di conseguenza, la Regione Siciliana dovrebbe intervenire, con l’urgenza del caso, per far valere le proprie prerogative statutarie.Questo silenzio assordante da parte del Governo regionale non si giustifica più né tantomeno può essere accettato.Per l’ennesima volta, ha proseguito Vinciullo faccio appello al Governo regionale affinché pretenda che venga rifatta la Conferenza di Servizio e venga invitata alla stessa Conferenza il legale rappresentante dell’Ente e non un Assessore qualsiasi, in quanto la Regione Siciliana ha un Presidente che la rappresenta e questi poteri non possono essere esercitati, in questo caso, dall’Assessore dei Beni Culturali, il quale sarebbe stato invitato a questa carbonara Conferenza dei Servizi che avrebbe stabilito che questo centro deve essere realizzato ad Augusta.Sarebbe anche curioso sapere perché anziché invitare il Presidente della Regione sarebbe stato invitato l’Assessore dei Beni Culturali e sarebbe anche curioso sapere il motivo per il quale l’Assessore dei Beni Culturali non ha fatto pervenire una nota con la quale comunicava di non avere la rappresentanza legale dell’Ente Regione Siciliana, così come non si capisce a che titolo Uffici periferici della Regione Siciliana avrebbero partecipato alla conferenza senza concordare con il Presidente della Regione le modalità e le forme attraverso le quali avrebbero espresso pareri che esulano dalle funzioni di rappresentanza, in quanto riconosciuti dallo Statuto Siciliano solo in capo al Presidente della Regione.Per questo motivo, torno a chiedere l’intervento del Presidente della Regione per una nuova Conferenza dei Servizi ed evitare un’ulteriore mortificazione nei confronti del porto commerciale più importante del Mediterraneo, cioè quello di Augusta. Colpisce, ripeto, questa ostinazione che non ha nulla più di quella che era l’originaria volontà, cioè l’accoglienza di migranti, dal momento che questa motivazione strategica originaria, per stessa ammissione del Dipartimento di Pubblica Sicurezza del Ministero dell’Interno, è venuta ormai meno.A meno che, ha concluso Vinciullo, questa decisione ha un altro obiettivo e cioè quello di minare la credibilità del porto di Augusta a favore di quello di Catania e determinare, in questo modo, la certificazione che Augusta non è più Porto “Core” e che, di conseguenza, non è più sede di Autorità di Sistema Portuale per la Sicilia Orientale.