Palermo, 12 luglio 2014 – Da mesi, purtroppo, siamo costretti ad assistere all’abbattimento di numerosi capi di bestiame disposto dall’Assessorato regionale della Salute, a causa degli accertamenti effettuati dai servizi veterinari che hanno riscontrato, soprattutto nei bovini, malattie trasmissibili e, in modo particolare, la brucellosi. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, Vice Presidente Vicario della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.
Purtroppo, la conseguenza più immediata di questi abbattimenti selvaggi, ma non rinviabili, è il fallimento delle aziende degli stessi innocenti allevatori che così, insieme alle rispettive famiglie, vengono privati definitivamente della fonte primaria di sostentamento e portati sul lastrico.
Infatti, ha continuato l’On. Vinciullo, la Regione siciliana indennizza gli allevatori, per ogni capo abbattuto, con una somma ridicola, spesso pari a meno di un sesto del valore del bovino abbattuto.
E così, insieme alle vacche, vengono abbattuti anche i vitelli di pochi giorni.
La cosa più grave è che l’indennizzo è solo per i capi che hanno superato l’anno di età, per gli altri invece vi è solo l’ordine di abbattimento.
Occorre agire immediatamente, ha proseguito l’On. Vinciullo, affinché queste aziende agricole possano continuare ad operare e non vadano ad ingrossare l’elenco dei migliaia di disoccupati che in Sicilia, tutti i giorni, sono costretti a bussare alla porta della Regione.
Spesso, gli allevatori, non avendo le risorse necessari per acquistare altri capi di bestiame non infetti e non riuscendo ad ottenere un mutuo da parte delle banche, si espongono ricorrendo ad usurai che, nel breve volgere di qualche anno, non solo si riprendono i capi di bestiame e le quote del latte, ma anche i terreni che gli allevatori, spesso, hanno ereditato dai loro genitori.
Per evitare che ciò possa accadere, la Regione deve immediatamente intervenire, aiutando gli allevatori ad acquistare nuovamente i capi di bestiame ed a combattere, quindi, l’usura, ormai galoppante.
Ricordo che le altre regioni italiane si sono, già da tempo, organizzate legislativamente per combattere l’effetto disastroso di questi abbattimenti di capi di bestiame, dando un congruo contributo agli allevatori per ricostituire le stalle.
Oltre al danno, quindi, anche la beffa perché gli allevatori, soprattutto del nord, vengono aiutati dalle rispettive regioni a intraprendere nuovamente l’attività lavorativa.
Per questo motivo, ha concluso l’On. Vinciullo, oggi ho presentato un emendamento alla “terza finanziaria 2014” di questo Governo, che prevede un contributo per gli allevatori che decidono di volere continuare l’attività intrapresa, comprando capi di bestiame sufficienti al mantenimento delle proprie stalle.
Solo così potremo consentire ai nostri allevatori di continuare a sopravvivere e all’economia siciliana di non perdere un patrimonio zootecnico di fondamentale importanza per l’economia della nostra Regione.
Si invia in allegato l’emendamento in questione.
Vice Presidente Vicario della Commissione Bilancio
Componente della Commissione per il Regolamento
Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per i rapporti fra la Sicilia e la Libia