Palermo, 25 novembre 2017: Nell’aprile del 2009, in collaborazione con la Rete Centri Antiviolenza di Raffaella Mauceri, presentai il mio Disegno di Legge n.371 contro la violenza sulle donne, sui figli minori e sui figli diversamente abili a prescindere dall’età.Il Disegno di Legge venne approvato, poi, nel 2012, essendo, fra l’altro, io, non solo il presidente della Commissione che lo esaminò, ma anche il relatore dello stesso Disegno di Legge, diventata poi la Legge 3/12. Oggi, a 5 anni dalla sua approvazione, la Legge dal titolo “Norme per il contrasto e la prevenzione della violenza di genere” comincia a produrre i suoi effetti positivi contro, purtroppo, il dilagare di una violenza che non accenna a diminuire, ma che, anzi, continua ad essere presente con maggiore forza in tutta la sua drammaticità. Lo dichiara l’On. Vincenzo Vinciullo, Presidente della Commissione ‘Bilancio e Programmazione’ all’ARS.Mi permetto di seguito di fare alcune considerazioni.La prima riflessione: le donne che si impegnano, discutono, si confrontano e si aiutano reciprocamente sono sempre più numerose e rappresentano la punta avanzata di un movimento di presa di coscienza del fenomeno che non emerge solo in occasione del 25 novembre, ma che è diffuso e presente tutto l’anno.La Regione, con i suoi uffici periferici, comincia ad essere presente e attiva e cerca di promuovere l’emersione del fenomeno ed aiutare le vittime.Le iniziative di prevenzione e informazione sono sempre più numerose e si vede finalmente la collaborazione fra Comuni, ex Province, ASP, Sindacati, Organizzazioni di difesa delle donne e il Volontariato.I centri antiviolenza hanno ottenuto in questi anni, su mio emendamento, le risorse per poter operare su tutto il territorio regionale e per garantire l’assistenza necessaria alle donne vittime di violenza.Stesso discorso dicasi per le case di accoglienza che hanno offerto ospitalità non solo alle donne vittime di violenza ma anche ai loro figli minori o diversamente abili, a prescindere dalla loro età.È chiaro che, ha proseguito l’On. Vinciullo, la legge non è stata del tutto attuata. Infatti, manca un reale e forte coinvolgimento delle scuole, dove deve avvenire l’attività primaria di prevenzione e di informazione.Quasi assente la collaborazione con le Università, l’inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza attraverso l’istituzione di borse di lavoro, non è stato incentivato, come dovuto, così come la formazione del personale, che deve essere coinvolto negli interventi sul fenomeno della violenza merita maggiore attenzione.Ma tanto si è fatto e tanto si dovrà ancora fare!La Regione Siciliana, che è arrivata ultima nell’approvare la legge nel contrasto e la prevenzione della violenza di genere (L.R. 3/2012), deve continuare ad essere particolarmente attenta e sensibile ad un fenomeno che, purtroppo, è in continuo aumento e deve, soprattutto, continuare a stanziare le somme necessarie per consentire alle varie associazioni di volontariato, coinvolte nella tutela e difesa delle donne vittime di violenza, di poter operare a tutela delle donne dei minori e dei ragazzi diversamente abili, a prescindere dalla loro età.È una battaglia di civiltà, ha concluso l’On. Vinciullo, a cui la Regione Siciliana non può e non deve assolutamente sottrarsi.