È già in edicola l’ultima fatica editoriale di S. Ecc.za Mons. Antonio Staglianò, nostro Vescovo, che porta il titolo: “Una speranza per l’Italia. Dal Sud una proposta per educare alla vita buona del Vangelo”. Con la prefazione del Card. Bagnasco il volume vuole essere una riflessione alla luce dei recenti documenti sul mezzogiorno e sulla nota pastorale dei nostri Vescovi “Educare alla vita buona del Vangelo” che da le indicazioni pastorali per il prossimo decennio della Chiesa Italiana. Il testo corredato e irrobustito da un percorso didattico chiamato “Laboratorio” è il frutto di molti anni di esperienza sul campo culturale e pastorale del nostro Vescovo e di un tentativo di attuazione concreta di criteri cosiddetti teorici. La sfida educativa ripone la speranza nella continua riscoperta di Gesù Maestro incarnato nella realtà ambientale di ogni cristiano che vive nella tradizione il suo rinnovamento e la sua conversione a Dio Padre che ama di un amore personale rivolto a tutti.
L’opera verrà presentata ufficialmente il 26 maggio prossimo presso la Pontificia Università della Santa Croce a Roma dal direttore dell’Osservatore Romano Giovanni Maria Vian; lo stesso libro sarà dono del nostro Vescovo a tutti i sacerdoti e i diaconi della nostra Diocesi in occasione della giornata sacerdotale del Giovedì Santo in Cattedrale a conclusione della Messa Crismale.
Roberto Avola
Presentazione del
Card. Angelo Bagnasco
Presento volentieri questo libro di un caro confratello vescovo – Mons. Antonio Staglianò – che viene dal Sud ma che ha attraversato in lungo e in largo l’Italia (e non solo) per i suoi studi e per il suo servizio di animazione del Progetto culturale, unendo in ogni circostanza la concretezza del pastore e l’intelligenza del teologo, guardando sempre all’interezza che mette insieme corpo, anima, spirito. Ritornato al Sud come vescovo di Noto, ci aiuta a comprendere come le cose si guardano ancora più in profondità avendo a cuore la crescita di un popolo, di un territorio, di una Chiesa. Allora questo libro è per chi – credente o persona in ricerca – vuole amare la sua gente, vuole amare la sua Chiesa, vuole amare questo Paese, ed essere concreto, di una concretezza come quella che il nostro Mezzogiorno dona all’intero Paese, ancora percepibile – al Sud come al Nord, ad Est e ad Ovest – laddove non si è perso il senso della terra per cui prima si ara, si semina, si irriga, poi si attende, e quindi si raccoglie, si macina, si impasta, si cuoce, si mangia, si diventa commensali, e si gioisce! Concretezza e cura dell’umano – con al culmine la mensa in cui si sperimentano il nutrimento che salva e la convivialità aperta a tutti i popoli – sono peraltro le grandi coordinate entro cui si colloca il desiderio delle Chiese d’Italia di servire questo nostro Paese e della scelta di contribuire alla sua crescita “radicalmente”, riproponendo come centrale nel prossimo decennio l’impegno educativo.
Le prime due parti del libro focalizzano questi orizzonti di bene, contrastando una lettura superficiale e strumentale del vissuto ecclesiale e delle vere questioni in gioco. Si focalizzano per questo i problemi con acutezza costruttiva, aiutando il lettore a trovare dei paletti indicatori che fanno sempre intravedere come la fatica nel tessere e ritessere cammini educativi, sociali, ecclesiali, viene sostenuta dalla certezza che il Maestro buono sempre ci accompagna, che il bene vince comunque. La terza parte dà ulteriore concretezza, indicando alcuni percorsi fattibili perché la speranza prenda corpo, perché l’Agenda della speranza per il futuro del Paese – che nella recente Settimana sociale dei cattolici di Reggio Calabria abbiamo cominciato a scrivere – diventi ora Laboratorio. Si vuole così dare continuità ai Convegni e corpo ai documenti ecclesiali, che diversamente restano solo celebrati e scritti, mentre essi sono destinati alla vita, ed anzitutto alla vita quotidiana delle nostre famiglie, delle nostre parrocchie, delle nostre scuole, di tutti i luoghi di questo nostro amato Paese, dove si lavora, si ama, si soffre, si lotta, si spera.
Mi auguro che questo agile ma denso testo diventi motivo di riflessione, di confronto e di comunicazione di esperienze per aiutare in questo decennio – come ho scritto presentando gli Orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo – le nostre comunità (ma anche i nostri territori) ad essere sempre più «luoghi fecondi di educazione integrale», soprattutto a favore delle nuove generazioni e con particolare, evangelica, attenzione ai più deboli e ai poveri.