A poche ore dall’effettiva applicazione della riforma sulla geografia giudiziaria, si è tenuto un incontro alla Camera con il Ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, al quale hanno partecipato esponenti dei vari gruppi politici. Per il M5S erano presenti insieme alla sottoscritta, Sebastiano Barbanti, Alfonso Bonafede, Fabiana Dadone.
La discussione doveva incentrarsi solo su otto dei Tribunali destinati a sparire (Modica non era ricompresa in questo ristretto elenco), e nello specifico per chiederne una proroga per tutte le pendenze.
Il Ministro ha riferito che per lei “non è cosa piacevole chiuderli” ma ha l’obbligo in ogni caso di far applicare una legge entrata in vigore nella scorsa legislatura (ricordo, votata da PD, PDL, UDC), e che “proprio per consentire al Parlamento di mettere mano alla riforma, essa diveniva efficace solo dopo 12 mesi dall’approvazione”.
Quando ho preso la parola ho spiegato l’assoluta irrazionalità dei criteri adottati, che sanciscono l’indiscriminata soppressione degli Uffici Giudiziari del modicano, non comportando, lo ricordo, alcun risparmio per lo Stato, ma paradossalmente maggiori costi oltre un grave disservizio per i cittadini dei comuni interessati. Discutibile è stato il comportamento dei deputati del Partito Democratico e del Popolo della Libertà che, pur non conoscendo minimamente la situazione specifica, hanno mostrato totale disinteresse interrompendo più volte la relazione.
Al termine della seduta ho incontrato direttamente il Guardasigilli ed ho avuto modo di ribadire la necessità di affrontare la questione, già descritta in un’interrogazione presentata e che non ha ancora ricevuto risposta; ho altresì chiesto di rivedere i criteri secondo i quali si stabilisce la chiusura degli Uffici Giudiziari, tra cui quello riguardante il quantitativo di popolazione interessata, e di fare una nuova valutazione che tenga conto dell’efficienza dei tribunali.
La risposta del Ministro è stata vaga, un “vedremo” che lascia aperta ogni interpretazione. In ogni caso, continuerò ad assicurarmi che questo “vedremo” sia uno studio reale per porre riparo ad una situazione che rischia di far sprofondare nel caos la giustizia nel nostro territorio. Faccio un esempio: in questo momento le cause civili a Ragusa vengono rinviate al 2015: provate ad immaginare cosa potrebbe succedere con l’arrivo delle nuove cause dei comuni di Pozzallo, Ispica, Modica, Scicli (tenendo anche presente che molti magistrati dell’ex Tribunale di Modica non confluiranno a Ragusa perché dovranno smaltire le cause pendenti).
Ho chiesto pertanto alla segreteria del Ministro Cancellieri un ulteriore incontro per trattare nuovamente il tema e con maggiore approfondimento ed attendo risposta. Venerdì, intanto, ho preso parte al sit-in di protesta presso il Palazzo di Giustizia modicano.