Dichiarazioni del Presidente della Provincia Regionale di Siracusa
Ono Nicola Bono
ESCO DAL PDL: PROGETTO POLITICO ED IMPEGNI CONGRESSUALI TRADITI A
SIRACUSA
Il PDL di Siracusa, in questi anni, ha evidenziato una sostanziale incapacità di analisi e
azione politica che ha determinato una totale assenza di percezione circa la drammatica crisi socioeconomica
del territorio e circa le ragioni del profondo disagio della popolazione, disagio
fatalmente esploso in recenti ripetute manifestazioni pubbliche di protesta.
Anche gli Enti Locali sono stati lasciati privi di qualunque linea di indirizzo, tant’è che la
presenza del partito si è notata unicamente allorquando si è trattato di decidere su nomine e
incarichi.
Il partito è stato assente perfino sotto il profilo dell’informativa sui positivi risultati
conseguiti dalla mia amministrazione tra i quali, a titolo esemplificativo:
il risanamento dei conti della Provincia, tra le pochissime in Italia ad aver sforato il patto di
stabilità nel 2007;
il completamento di molte opere pubbliche considerate incompiute storiche e l’attivazione di
nuove opere per un totale di circa 170 milioni di euro;
l’adozione del Piano Territoriale Provinciale, principale strumento operativo dei compiti di
programmazione dell ‘Ente.
Alle mie richieste di un radicale cambiamento di rotta, mi è stato sempre risposto che le
difficoltà erano dovute a una situazione temporanea, che il partito si doveva ancora organizzare e
che il congresso avrebbe dato un assetto più democratico e partecipativo.
In quest’ ottica mi sono fatto promotore di una mozione congressuale, poi approvata
all’unanimità, nella quale si ribadivano, tra le altre cose, i principi di partecipazione alle scelte ed il
rispetto dei ruoli dei vertici amministrativi.
Contrariamente a tutto ciò, il primo marzo scorso, dopo appena 18 giorni dalla celebrazione
del congresso provinciale, mi vedevo consegnare dal coordinatore provinciale del Pdl di Siracusa
una richiesta, risalente al precedente lO gennaio, cioè ad un periodo precedente all’approvazione
della mozione congressuale, con cui mi venivano indicate tre persone per la nomina ad assessori
provinciali.
In data 5.3.2012 ho inviato una nota di risposta, mandata per conoscenza ai coordinatori
nazionale e regionali del partito, con cui contestavo la richiesta che disattendeva l’accordo unitario
e il relativo documento approvato all’unanimità dall’assise congressuale.
Le nomine in questione, infatti non solo non erano frutto di alcuna concertazione, essendo
unicamente l’espressione delle correnti maggioritarie del partito, ma erano e sono fortemente
contestate dalla maggioranza del gruppo consiliare (quattro su sei).
Nella nota di risposta avevo chiesto il rispetto della dignità dei componenti istituzionali del
Pdl, anche se non allineati ai desiderata della maggioranza, ed avevo rivendicato il diritto di avere
indicazioni per la Giunta Provinciale che non mettessero in crisi la tenuta della maggioranza.
Avevo inoltre chiesto di incontrare il coordinatore provinciale insieme ai consiglieri e, in
attuazione dell’accordo congressuale unitario, procedere ad una concertazione degli assessori da
nominare.
A fronte di queste richieste, non ho avuto alcuna risposta.
Neanche l’incontro tra il coordinatore provinciale e i soli consiglieri, incontro che si è svolto
il 6.3.2012, ha prodotto alcun esito e, comunque, non ha quasi neanche lambito il tema della
concertazione.
Sono sconcertato da questo modo di procedere e anche dal silenzio dei coordinamenti
nazionale e regionale su questioni così delicate e al contempo fondamentali per la vita di un partito.
Constato con rammarico la totale assenza nel partito a Siracusa dei più elementari principi di
democrazia e partecipazione e perfino l’inesistenza del rispetto dei ruoli istituzionali, che la legge
istitutiva dell’elezione diretta di Presidenti di provincia e sindaci impone a tutti, e in primo luogo
proprio ai partiti, che non sono i “padroni delle istituzioni”.
A fronte di tali gravi carenze e scorrettezze che hanno caratterizzano la gestione del partito a
Siracusa, mi sento in dovere, per la mia storia è cultura politica e per la mia sensibilità istituzionale,
di prendere le distanze e lasciare il Pdl, un partito del tutto diverso da quello che con entusiasmo ho
contribuito nel mio piccolo a costituire.
Il partito del centrodestra, nato dalla fusione di due forze come AN e FI che avevano
spazzato via la prima Repubblica e con essa l’affarismo e la corruzione che la caratterizzava, di
fatto oggi non esiste più, almeno in provincia di Siracusa.
Evidentemente il massiccio recente inserimento di personaggi politici provenienti da
molteplici e ripetute transumanze partiti che, portatori di antiche pratiche che affondano le radici nei
“fasti” della prima Repubblica, ha stravolto i tratti identitari originari del partito, con 1’aggravante
che questi innesti non frenano l’emorragia di consensi, ma rischiano persino di aumentarla.
Ho sin da ragazzo combattuto metodi e pratiche clientelari, ed ho sempre propugnato una
azione politica che fosse al servizio dell’interesse pubblico, e oggi mi ritrovo gran parte degli
avversari politici del passato miei improbabili compagni di strada.
Come si fa a non capire che la politica dello scambio voti contro favori è irrimediabilmente
finita, semplicemente perché sono finite le risorse e che nessun elettore può più essere infinocchiato
con promesse clientelari?
Invece di comprendere la gravità della situazione e il crescente disagio della gente, sempre
più pervasa dagli impulsi dell’antipolitica, piuttosto di assumere le necessarie contromisure, basate
su logiche unitarie fondate sul rispetto ed il coinvolgimento di tutti, si continua a procedere a colpi
di intollerabile arroganza, che producono ulteriori ferite e conseguente indebolimento.
Chi vuole proseguire in questa strada di cupio dissolvi se ne assuma in pieno ogni
responsabilità.
Per quanto mi riguarda tengo più di ogni altra cosa alla mia coerenza politica, che riguarda
la costante fedeltà a valori e ideali che non sono mai stati negoziabili e il cui rispetto oggi mi
impone la scelta di uscire dal Pdl.
Spero che in futuro, con alcune persone che stimo e che non hanno ancora piena percezione
della gravità della situazione e della insostenibilità di certi comportamenti, si possa di nuovo tornare
. a cammmare i.ns.ie me.
In oItre quarant’anni di militanza politica non ho mai cambiato partito, semmai è il mio
partito che ha cambiato tre volte la sua denominazione, sempre con il mio convinto sostegno.
Ho sempre propugnato un grande partito del centrodestra che, in una logica di alternanza, si
confrontasse con un grande partito di centrosinistra.
Lascio il Pdl ma, allo stato, non intendo aderire a nessun altro partito.
Ho inoltre valutato di lasciare anche l’esperienza amministrativa, rassegnando le dimissioni
da Presidente della Provincia Regionale, ma sono giunto alla conclusione che il conseguente
commissariamento dell’ente, per oItre un anno, costituirebbe un oggettivo danno all’interesse
pubblico in un momento in cui, invece, la gravità della situazione impone il massimo impegno a
ciascuna entità pubblica e, in particolare, alla Provincia Regionale che, in questi anni di crisi, ha
svolto egregiamente i propri compiti, malgrado i tagli alle risorse e le oggettive difficoltà.
In questo tentativo di proseguire la gestione virtuosa della provincia non escluderò il dialogo
con nessun gruppo consiliare e partito, ovviamente Pdl compreso, e dipenderà solo da ciascuna
delle entità politiche interessate decidere i propri atteggiamenti ovviamente sulla base di rigorose
scelte programmatiche.