Non sempre la fine di una relazione è accettata da una delle parti e quando questo accade spesso l’amore si trasforma in odio e in persecuzione. Quello che è successo a due donne, sorelle letteralmente perseguitate dall’ex compagno di una delle due. L’uomo infatti, per tentare di riallacciare i rapporti con la compagna, per anni ha tempestato di messaggi e telefonate la sorella, nel vano tentativo di poter recuperare la relazione. Non avendo avuto aiuto dalla donna, che in tutti i modi ha cercato di tutelare la sorella, da un uomo comunque violento , ha iniziato a perseguitare l’ex compagna, con centinaia di messaggi e telefonate, molte dal tono minaccioso, addirittura di morte nei confronti della ex compagna e dell’intera famiglia, altre dal tono più pacato quasi a chiedere scusa, per poi arrivare a minacciare la figlia adolescente della donna tramite un social network. A questi episodi se ne aggiungono altri di pedinamenti o di lunghe poste sotto casa della ex compagna e dei famigliari al fine di intimorirli,costringendoli a cambiare paese e abitudini di vita.
Tutta la vicenda è stata costantemente seguita dai Carabinieri della Compagnia di Siracusa, che hanno supportato anche psicologicamente le due donne e tutta la famiglia, e che hanno condotto una serrata attività d’indagine che ha permesso di ricostruire la condotta dell’uomo e di poterlo deferire all’Autorità Giudiziaria.
Ad oggi i Carabinieri del Comando Provinciale di Siracusa hanno proceduto all’arresto di 46 soggetti, per il reati di atti persecutori e maltrattamenti in famiglia e a deferirne in stato di libertà 24, con un netto incremento rispetto all’anno precedente con 35 persone arrestate e 27 denunciate.
Il dato del 2016 testimonia come sempre più spesso le vittime denunciano o comunque chiedono aiuto, permettendo alle pattuglie di poter intervenire nella flagranza di reato ed evitare che i reati vengano portati ad ulteriori e più drammatiche conseguenze.
Proprio domani ricorre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, istituita dall’Onu nel 1999, in ricordo del brutale assassinio nel 1960 delle tre sorelle Mirabal, considerate esempio di donne rivoluzionarie per l’impegno con cui tentarono di contrastare il regime del dittatore della Repubblica Dominicana e purtroppo dall’inizio dell’anno sono state 107 le donne uccise in Italia, a Siracusa ricordiamo tristemente l’omicidio avvenuto nel gennaio del 2015 della giovane Eligia Ardita, in attesa della piccola Giulia, da parte del marito, ove sono state fondamentali le indagini dei Carabinieri per ricostruire l’intera vicenda e quello della prof.ssa Leone avvenuto nell’aprile del 2014. per il quale sono ancora in corso le indagini.
Riporta l’Onu che il 35% delle donne nel mondo ha subìto una violenza fisica o sessuale, dal partner o da un’altra persona, e per quanto riguarda l’Italia, secondo i dati Istat di giugno 2015, sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, (il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni). Il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale come stupri e tentati stupri (652mila gli stupri e 746mila i tentati stupri). Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni.
A questo dato si aggiunge quello delle violenze subìte da donne con figli che va ad incrementare la percentuale dei figli che hanno assistito a episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014). Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%).
Una situazione ancora critica delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi).
Dati significati che ci fanno capire quanto sia necessario parlare del problema, diffondendo un’educazione della non violenza che inizia sicuramente nelle scuole e che porti le vittime a rivolgersi alle Forze dell’Ordine, ai centri antiviolenza , alle varie strutture create ad hoc fin dalle prime avvisaglie evitando che la situazione venga sottovalutata ed avere tragici epiloghi.
A tal proposito l’Arma è sempre attenta a questo aspetto con numerose campagne di sensibilizzazione a livello nazionale e locale, quali conferenze nelle scuole, stand nei centri commerciali, distribuzione di brochures informative e la creazione di una stanza nell’ambito del progetto “Una stanza tutta per sé” nato dalla collaborazione tra il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri ed il “Soroptimist International d’Italia” , club di Siracusa, ove possono essere accolte e ascoltate tutte le vittime di violenza di genere, con uno spazio dedicato ai bambini.