I Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Siracusa continuano senza sosta alcuna l’attività di contrasto allo sfruttamento del lavoro in agricoltura, complesso ed allarmante fenomeno che, secondo alcune fonti, coinvolge in Italia circa 400.000 lavoratori. La nostra Provincia non ne è esente tanto che la prevenzione della problematica è stata inserita tra le priorità delle linee programmatiche individuate per l’anno in divenire da parte dei Carabinieri, come sottolineato dal Comandante Provinciale, Col. Luigi Grasso che, proprio in occasione della celebrazione del 203° Anniversario dell’Arma del 5 giugno, ha dichiarato: “Ulteriore impulso conferiremo alle attività di prevenzione del lavoro nero, del caporalato e dell’abusivismo commerciale, fenomeni difficili da debellare, una piaga che anemizza l’economia sana del territorio e penalizza il lavoratore, già provato da stringenti difficoltà. Recenti operazioni dimostrano come gli sforzi investigativi nello specifico settore siano costanti; di certo dedicheremo ancora ampia disponibilità alla Direzione Territoriale del lavoro con cui abbiamo già avviato proficui percorsi operativi nella lotta al sommerso”.
In detto contesto, dopo i risultati conseguiti il primo giugno u.s. con l’applicazione per la prima volta in Sicilia della nuova normativa di settore con sottoposizione di un’azienda agricola all’amministrazione controllata al fine di ripristinare regolari condizioni lavorative di alcuni braccianti agricoli risultati, a seguito controllo da parte dei Carabinieri, in nero, personale del NIL in questi ultimi giorni ha proceduto ad ulteriori verifiche individuando ulteriori irregolarità.
I Carabinieri del Nucleo Ispettorato Lavoro, d’intesacon il Dirigente f.f. dell’Ispettorato Territoriale del Lavoro ed in stretta sinergia con i Militari del Comando Provinciale Carabinieri di Siracusa, negli ultimi due mesi, hanno effettuato nove accessi ispettivi in altrettante aziende operanti nel comparto agricolo delle campagne di Siracusa, Portopalo C.P., Lentini, Floridia, Noto e Rosolini, al fine di accertare violazioni in materia di sicurezza e lavoro nero:
- verificate n. 84 posizioni lavorative, di cui n. 19 afferenti cittadini stranieri regolarmente soggiornanti in Italia;
- scoperte 7 posizioni in nero e n. 34 irregolari;
- una azienda sottoposta a sospensione per impiego di manodopera in nero;
- contestate sanzioni amministrative per 35.000,00 €;
- contestate (ad opera dello Spresal dell’ASP di Siracusa), contravvenzioni per circa € 15.000;
- recuperati contributi INPS per circa 20.000 €.
Sono inoltre al vaglio della Procura della Repubblica le posizioni di tre imprenditori agricoli perché:
- nel capannone in cui si svolgeva il cnfezionamento di prodotti in cassetta, uno di essi utilizzava un sistema di videosorveglianza idoneo al controllo a distanza del lavoro dei dipendenti;
- un altro occupava uno straniero privo del permesso di soggiorno aduso lavoro subordinato;
- il terzo imprenditore aveva omesso di versare i contributi in favore dei propri dipendenti.
L’art. 603 bis del codice penale, in materia di contrasto al fenomeno del caporalato, è stato rafforzato con l’entrata in vigore (il 04/11/2016) della legge 199/2016 che ha potenziato gli strumenti normativi per individuare gli indici probanti lo sfruttamento. Anche nei confronti dei datori di lavoro agricolo (quindi, non più solo per il “caporale”) sono previste sanzioni molto rilevanti. Le pene sono molto severe: reclusione da uno a 6 anni e multa da € 500 a € 1000 per ogni lavoratore sfruttato e sono previste aggravanti che dipendono dal numero dei lavoratori sfruttati e se vi sono stati episodi di minaccia o violenza contro i lavoratori. La norma definisce persino quali sono i tratti caratterizzanti lo sfruttamento. Tra di essi si citano: la corresponsione reiterata di paghe sensibilmente più basse di quelle contrattuali, la violazione delle norme sui riposi e sull’orario di lavoro, l’utilizzo dei lavoratori in ambienti insalubri o la loro esposizione a sistemi di videosorveglianza.
In favore dei braccianti agricoli sfruttati, l’art. 3 della medesima legge 199/16 prevede che l’Autorità Giudiziaria possa nominare un Amministratore Giudiziario allo scopo di imporre la regolarizzazione dei lavoratori nelle condizioni di lavoro previste da leggi e Contratti Collettivi. E’ il caso di ricordare che proprio la scorsa settimana i Carabinieri del N.I.L. hanno eseguito una ordinanza di questo tipo nei confronti di due imprenditori agricoli, che sono stati deferiti in applicazione della nuova legge contro il caporalato.
Coloro che ricorrono al caporalato producono e vendono a prezzi più bassi e pertanto, risultando più appetibili rispetto a tutte quelle aziende che rispettano i contratti ma che non riescono a vendere la propria merce a causa della concorrenza sleale.
Le ispezioni dei Carabinieri proseguiranno con particolare attenzione, col fine di rendere presente lo Stato nel delicato settore produttivo, a tutto vantaggio di coloro che operano nel rispetto delle leggi.