I festeggiamenti del 300° anniversario della fondazione di Rosolini da parte dell’Associazione Rosolinesi in Siracusa.
Lo scorso 24 novembre 2012, presso la sala multimediale della Provincia Regionale di Siracusa si è svolta una serata culturale organizzata dall’Associazione “Rosolinesi in Siracusa” nell’ambito dei festeggiamenti del 300° anniversario della fondazione di Rosolini. Un sala piena di soci, amici, parenti e rappresentanti di altre associazioni. La serata è iniziata in allegria sulle note dell’inno dell’Associazione.
L’iniziativa è stata introdotta dal Presidente dell’Associazione Corrado Di Stefano, il quale, prima ha salutato i soci, autorità e rappresentanti delle Associazioni di Rosolini e Siracusa ringraziato le amministrazioni per il patrocinio morale e al Presidente della Provincia Regionale di Siracusa per aver concesso i locali, ringraziato i componenti della famiglia Terminello in particolare il socio Antonio Terminello per la collaborazione. Inoltre, ringraziato il “rosolinese” maestro Antonio Santacroce, affermato pittore e scultore,per la sua presenza e per la mostra da lui organizzata nell’ambito della manifestazione. Il Presidente ha proseguito spiegando il senso e la finalità della conferenza sul tema “Luigi Terminello: l’umano e l’eroico”. La città di Rosolini quest’anno ha compiuto 300 anni, infatti, il 1° agosto nel nostro paese nativo, Rosolini, si sono svolti i festeggiamenti. Noi figli originari di Rosolini, residenti a Siracusa, raccolti e riuniti nell’Associazione Rosolinesi in Siracusa dal 1999 da oggi abbiamo promosso e organizzato una serie di eventi, conferenze, e mostre di pregio e di massimo rispetto. L’occasione del 3° centenario ci spinge a trattare argomenti riguardanti le radici e l’evolversi della civiltà rosolinese.
Prima di passare la parola alla relatrice, il Presidente ha elencato tutti gli eventi promossi e svolti per festeggiare il 300° anniversario della fondazione di Rosolini, Ha ricordato che in occasione della festa del XIII anniversario della fondazione dell’Associazione, il Sindaco del Comune di Rosolini, l’avv. Nino Savarino, ospite della serata, si è congratulato con tutti i soci dell’Associazione per l’impegno e il forte vincolo dimostrato nei confronti del paese nativo. Queste manifestazioni hanno assolto pienamente il proprio intento che è quello di ricordare, di raccontare e di promuovere la storia, la cultura, le tradizioni di Rosolini. Poi, il Presidente ha detto, oggi siamo qui per la conferenza su “Luigi Terminello: l’uomo e l’eroico” relaziona la Prof.ssa Ignazia Iemmolo Portelli, nostra amica e della famiglia Terminello. Inutile dire che la Professoressa alla nostra richiesta di fare una ricognizione e una relazione sul Dott. Terminello è stata subito disponibile, come sempre. Inoltre, ha detto che ha conosciuto il Dott. Terminello e ricorda che curava ogni paziente con uguale scrupolo e impegno, prescindendo da etnia, religione, nazionalità, condizione sociale e ideologia politica. Il dott. Terminello nella sua attività professionale ha ottemperato al giuramento i Ippocrate, si è sempre impegnato a perseguire la difesa della vita, alla tutela della salute fisica e psichica dell’uomo, il sollievo delle sofferenze con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale.
Poi ha preso parola la dott.ssa Cinzia Giallongo, Vice Presidente della Provincia Regionale di Siracusa. Anche Lei “rosolinese” la quale ha portato il saluto dell’Amministrazione. E’ rimasta entusiasta per le numerose persone presenti ed ha incontrato suoi concittadini e amici di famiglia. Ha fatto tanti auguri di buon lavoro all’Associazione e ringraziato il Presidente per averla invitata.
Dopo ha preso la parola, la prof.ssa Ignazia Iemmolo Portelli la quale ha iniziato la relazione sul tema:
LUIGI TERMINELLO: L’UMANO E L’EROICO
Amici, trovarmi qui in mezzo a voi, stasera è per me motivo di grande gioia, è come un ritorno a casa, fra persone care e di ciò vi ringrazio tantissimo.
Ma stasera la gioia si moltiplica perché il nostro stare insieme renderà presente in mezzo a noi un uomo che tutti abbiamo conosciuto, stimato, amato: il dott. Luigi Terminello.
Ho accolto immediatamente l’invito del vostro dinamico presidente, nonché mio amico, Corrado Di Stefano rivoltomi non solo col garbo che gli è congeniale ma con grande passione e forte impatto emotivo che mi hanno fatto capire che teneva veramente a questa forma di doveroso tributo ad un cittadino insigne e meritevole che tanto ha dato alla nostra Rosolini.
Nel gennaio scorso è uscito il mio libro “Fatti curnutu ca a pacienza ti veni “ i cunti ri Rrusalini. Uno di questi racconti “ A torta r’amurusanza” che dopo vi leggerò tratta proprio di un episodio accaduto al dott. Terminello. Aver pensato al dott. Terminello e alla cara sig.ra Anna e aver voluto incastonare nel diadema dei ricordi il dott. Terminello e la sua famiglia, vi dice quanto grande fosse la stima e l’affetto che io nutrivo per loro. Ero compagna di classe di Graziella e spesso studiavamo insieme coccolate come due bimbe dalla paziente e dolce Angioletta che con il suo sorriso solare e disarmante ci ammanniva di dolcetti, granite e spremute di frutta per sostenerci, lei diceva, nelle fatiche dello studio. A quei tempi vedevo poche volte Vito perché già a Catania e Concetta già sposata al dott. Ottavio Mingo. Ci allietava spesso la simpatica verve di Antonio che con le sue esilaranti battute teneva alto il nostro morale mentre Franco, il più piccolo ci sfuggiva perché, dicevamo noi malignamente , aveva paura che gli contagiassimo la volontà di studiare. Ma torniamo a Luigi Terminello vero protagonista di oggi.
Era nato a Rosolini l’11 gennaio 1903 da don Vito Terminello, (discendente di Don Vito Terminello proveniente da Positano (nato il 25 febbraio 1825 e morto il 4 novembre 1891) e Avveduto Concetta. Don Vito era esattore e tesoriere comunale. Persona autorevole e di grande prestigio, morigerata e di buoni costumi. Luigi frequentò a Rosolini le scuole elementari e poi venne avviato agli studi superiori presso il Liceo classico di Modica. Compì con successo gli studi universitari a Roma laureandosi in medicina e chirurgia dove fu allievo dei più famosi clinici del tempo: il chirurgo prof. Durante, il medico Vittorio d’Ascoli, l’anatomo-patologo Ettore Marchia Fava.
Dopo la laurea entrò nell’istituto fondato da Baccelli dove conobbe i prof.ri Missiroli e Raffaele e con essi approfondì gli studi sulla malaria che a quei tempi mieteva vittime nelle zone paludose come la nostra Marza.
Prestò servizio militare come sottotenente medico e nel ’29, in pieno regime fascista, vinse una borsa di studio che gli permise di approfondire i suoi studi in America presso l’Istituto di malariologia john Hopiking di Baltimora.
Fu qui che conobbe Anna , la ragazza di cui si innamorò e che sposò a Baltimora senza il consenso dei genitori che avevano, posto gli occhi su una ragazza della Rosolini bene dell’epoca. Ma quando il figlio annunciò che era in procinto di tornare con la moglie da Baltimora gli inviarono un telegramma in cui dicevano:
“ Attendiamo con ansia te ed Anna “ . Anna si rivelerà moglie dolce e devota, colta e raffinata, ottima cuoca, era capace di fare pranzi prelibati solo con gli avanzi della sera precedente , sapeva lavorare all’uncinetto ed era una compagna solare ed allegra . Amava molto il ballo e in particolare il charleston. Per tutte queste doti i suoceri impararono a stimarla ed amarla anzi, cogliendo questa sua propensione per il ballo, il suocero le regalò un grammofono e dei dischi. Madre ineccepibile ( lo possono testimoniare i figli) si occupava personalmente di tutti loro.
Tornato in Italia a Luigi venne affidata la più importante stazione sperimentale di malariologia italiana, quella di Terracina, dove grazie alla sua esperienza e competenza contribuì alla “ bonifica delle paludi Pontine”
Ma, come capita spesso ad ognuno di noi , la nostalgia della sua terra , il richiamo delle persone care , nel 1939 lo fanno tornare a Rosolini dove viene nominato dal Prefetto, capo dell’amministrazione ( Podestà)
Erano tempi duri occorrevano persone capaci di mediare ed egli si rivelò sempre all’altezza del suo compito e al fianco dei più umili. Intanto nel 1939 con l’invasione della Polonia da parte della Germania di Hitler scoppiò la seconda guerra mondiale e nel 1940 venne richiamato come tenente medico ed inviato in Africa dove si distinse come fedele servitore della Patria.
Preso prigioniero soffrì le condizioni riservate ai prigionieri di guerra. Qui fece voto, se fosse tornato vivo al suo paese,di impegnarsi nell’organizzazione dei festeggiamenti in onore della Croce Santa di cui era devoto. Impegno che onorò per tutta la vita. Ben presto si fece apprezzare per la sua serietà e professionalità.
Infatti chiamato al capezzale di un dignitario prestò con amore e competenza le sue cure finché fu guarito. Questi gli manifestò stima e riconoscenza in diverse occasioni.
Nel 1943 fu rimpatriato insieme con un commilitone di Rosolini che aveva chiesto di portare con sè dichiarando che era suo assistente.
Qui fu nuovamente nominato dal Prefetto, capo dell’amministrazione di Rosolini. Con questo ruolo, che assolveva con autorevolezza e senso di giustizia, quando ci fu lo sbarco degli Anglo- americani, secondo la tradizione orale, insieme con il Maresciallo dei Carabinieri Carnazza e il parroco Mingo decise, per evitare inutile spargimento di sangue e ulteriori rovine, di issare la bandiera bianca ( di resa)in cima alla chiesa e di andare incontro agli invasori. Con loro, sulla strada verso Pachino c’era anche Padre Musco con i paramenti sacri ed alcune altre persone che, incontrando le avanguardie canadesi in contrada Casale spiegarono che a Rosolini non avrebbero trovato resistenza perché tutti i soldati erano andati via .I canadesi fecero cessare i bombardamenti e occuparono pacificamente il paese. Ho sempre sentito dire a mio fratello che quel giorno per tutti i bambini fu una festa perché i soldati regalavano loro gallette, cioccolata sapone e molte altre cose e mio fratello ricorda bene l’episodio perché in quella occasione si appese ad uno dei carri armati per farsi trainare, come tutti da piccolini facevamo appendendoci ai carri agricoli, e nella speranza di ottenere anche lui qualcosa. Ma gli scivolarono le manine e , caduto a terra, si procurò una larga ferita alla fronte di cui ancora oggi porta il segno. Il disappunto dei militari per l’accaduto fu grande e dispiaciuti regalarono al bambino dolciumi ed altre leccornie.
Quando arrivarono in paese gli anglo-americani all’inizio guardavano con sospetto(forse temendo si trattasse di una spia) l’americana moglie del Podestà, ma discutendo con lei in diverse occasioni di incontro ( Spesso gli ufficiali venivano invitati alla Zacchita dal dott. Terminello) capirono subito che il loro sospetto era infondato e strinsero con la famiglia rapporti di grande stima e rispetto.
Dopo l’occupazione alleata Luigi Terminello vinse il concorso di ufficiale sanitario del nostro comune nonché di dirigente della stazione antimalarica di Rosolini ed in seguito, dal Ministero della Sanità, fu nominato malariologo provinciale. Intanto continuava nel suo laboratorio, le sue ricerche sulle zanzare, e durante i suoi studi- mi diceva Graziella- in casa regnava” un silenzio sacramentale “ per non disturbare papà. Fu allora che partorì l’idea della 1^ disinfestazione .
Fu insignito di vari titoli e riconoscimenti” Cavaliere della Corona d’Italia“ ,Cavaliere al merito della Repubblica , medaglia di bronzo al merito della Sanità”. Fu componente e successivamente Presidente onorario dell’ordine dei medici, fu Presidente della casa del fanciullo S. Anna Istituto Leggio Sipione.
Ogni anno, per il suo compleanno i bambini e i ragazzi ospiti dell’istituto organizzavano una grande festa con canti, danze ecc per esprimere tutto il loro affetto e la loro riconoscenza per quello che lui gratuitamente faceva per loro. In questo spettacolo veniva coinvolta Graziella che esibiva al pianoforte. Tutto si concludeva con un ricco rinfresco preparato da don Ciccio Senia e da sua moglie la cara sig.ra Mariuccia che per quanto il dott Terminello insistesse di pagare si rifiutavano di accettare i soldi volendo anche loro fare qualcosa per quei bambini.
Grande devoto del S. Cuore di Gesù era molto caro a Madre Carmela e si occupava sia della salute delle suore che delle orfanelle del S. Cuore.
Durante la sua prigionia si recò da madre Carmela la sig.ra Anna che, in lacrime, Le raccontò che aveva sognato il marito prigioniero tra le fiamme. La mamma di noi tutti rosolinesi, che a dire di molti sapeva molto per grazia del S. Cuore, si premurò a tranquillizzarla dicendo che presto avrebbe avuto notizie del marito, il quale dopo tre giorni tornò a casa.
Quando Madre Carmela morì fu lui che insieme con il barone Giovanni Cartia , allora sindaco, si recò a Roma , dove nelle sedi opportune perorarono ed ottennero il permesso di seppellire la suora nella cripta ottenuta da una vecchia preesistente cisterna posta proprio sotto l’altare del S. Cuore.
Cattolico convinto e praticante è stato Presidente dell’unione dell’Azione Cattolica e presidente diocesano della giunta di A.C.
Negli anni 50 diede anche il suo impegno politico nella qualità di commissario prov.le della D.C .e divenne amico personale dell’on.le Scelba.
Fu un uomo di ingegno,di cultura , di scienza di fede; un uomo è vero con i limiti che la umana natura impone a ciascuno , un uomo tuttavia che sapeva riconoscere i propri limiti e con grande umiltà sapeva chiedere perdono. Uno di quegli uomini, lasciatemelo dire, che piacciono a Dio perché sanno con fede rialzarsi dalle cadute, si spendono con amore per dare sollievo ai sofferenti, conforto e aiuto ai bisognosi consapevoli che la santità si raggiunge attraverso la carità, l’umiltà, e la fede nello straordinario di una vita ordinaria.
Alla fine della relazione ha preso la parola, l’artista Antonio Santacroce il quale manca dalla città di Rosolini da quanto aveva dodici anni, infatti, dopo la morte del Padre si trasferì a Catania per studiare pittura all’Istituto Statale d’Arte poi le prime esposizioni. Lavora per il teatro a Catania e Roma.Si trasferisce a Roma poi a Bremgarten e a Wohlen in Svizzera, insegna a Catania a Zurigo e in questo periodo insegna all’Accademia di Belle Arti e Restauro (Nike). Ha partecipato a diverse mostre in diverse nazioni, svolte rassegne collettive e personali. Anche lui ha portato una testimonianza di quanto era bambino a Rosolini e ha avuto bisogno delle cure del Dott. Terminello.
In occasione di questa conferenza invitato dall’Associazione, ha messo in mostra, nel locale attiguo, tanti manifesti di mostre, quadri e ceramiche da lui eseguiti.
Dopo aver ascoltato la relazione della Prof.ssa Ignazia Iemmolo ed alcuni interventi ha preso la parola l’Ing. Franco Terminello il quale ha detto: “sono il più piccolo dei sei figli del Dott.Luigi Terminello, ringrazio l’Associazione Rosolinesi in Siracusa per l’iniziativa in generale ma in particolare perché si é ricordata di mio padre associandolo alle persone che hanno contato per Rosolini. Ringrazio fraternamente la Prof.ssa Ignazia Iemmolo, perché questi sono i sentimenti che ci legano da lunga data, per la dedizione con cui ha raccolto notizie e dati che hanno puntualizzato elementi fondamentali di vissuti storici, forse anzi sicuramente poco noti ai cittadini Rosolinesi dei nostri giorni. Un ringraziamento va agli Enti che si sono associati all’iniziativa permettendone la realizzazione con il Loro patrocinio gratuito: Regione Siciliana, Comune di Rosolini, Comune di Siracusa e in particolare la Provincia Regionale di Siracusa che ha messo a disposizione i locali. Dulcis in fundo il Vice Presidente della Provincia Dott.ssa Giallongo che ci ha lusingato con la sua presenza e con le parole espresse nel suo intervento. Ho molto apprezzato che insieme alla Figura di mio Padre sia emersa anche la personalità di mia Madre Anna Maria Crivello come elemento cardine positivo di tutte le vicende vissute. Passo a comunicarvi qualche notizia sulla Famiglia discendente dal Dott. Luigi Terminello: I figli siamo sei tutti sposati, i nipoti sono sedici, i pronipoti quattordici. In sala stasera oltre a me sono presenti i miei fratelli Vito, Antonio, Angela con rispettivi coniugi, alcuni nipoti tra cui tre Luigi Terminello, alcuni pronipoti tra cui il più piccolo Francesco Terminello nato tre mesi fa. Tutti quanti i familiari presenti e anche quelli non presenti si associano alle mie parole di ringraziamento per quanti si sono stretti attorno alla Figura del Dott. Luigi Terminello.
Dopo i soci, i parenti del dott. Terminello e gli ospiti hanno potuto apprezzare la mostra del maestro Antonio Santacroce e socializzato tra di loro.
Alla fine, il Presidente, nel salutare tutti i partecipanti alla conferenza ha ricordato ai soci che giorno 1 dicembre p.v. in ricordo dei soci defunti e individualmente ai propri parenti sarà celebrata una S. Messa presso la Parrocchia SS. Salvatore di Siracusa ,oltre ai soci ,sono stati invitati i parenti dei soci defunti.
Giosuè Carducci scrisse:
Le piccole storie sono necessarie al corpo della Storia Nazionale, e per farla vera e completa, bisogna fare e finire di fare le storie locali.
c. Di Stefano