L’esito della consultazione referendaria sulla proposta di riforma costituzionale è stato netto. Resto tuttavia convinto che la mancata approvazione della riforma rappresenti un’opportunità persa di adeguare il nostro sistema istituzionale alle condizioni politiche, economiche e sociali contemporanee. Penso dunque che il PD abbia agito nell’interesse dei cittadini sostenendo con impegno questa riforma. D’altra parte, è evidente come molti abbiano espresso il loro voto contrario mossi da valutazioni che non riguardano il merito della riforma. Si tratta di un fatto politico che deve suscitare riflessioni a tutti i livelli. Esso mostra sicuramente come il metodo con il quale si avanza una proposta politica possa rivelarsi, piaccia o meno, determinante quanto e più del merito. In ogni caso, adesso è necessario rammendare gli strappi che si sono prodotti, in questi mesi di campagna referendaria, in seno alle nostre comunità politiche e civiche. Quest’opera di rammendo non deve essere fine a se stessa, quanto invece volta a garantire un’unità concreta ed efficace, a partire dall’interno del PD, per affrontare e risolvere insieme i problemi dei cittadini. Il rischio che corriamo oggi, tanto a livello nazionale, quanto a livello regionale e locale, è la vittoria delle destre o dei movimenti demagogico-populisti, in realtà affini alla cultura politica della destra. Chi ha a cuore gli ideali dell’uguaglianza e della giustizia sociale non può restare indifferente dinanzi a tale rischio. Pertanto sarà fondamentale, nei prossimi mesi, agire con passione per rigenerare il centrosinistra, e la sinistra in particolare, quale orizzonte politico inclusivo e adeguato alle condizioni materiali del nostro tempo.