In questi giorni ho letto diversi interventi, di natura non solo politica, sulle vicende che hanno interessato il Comune di Siracusa. Prendo atto di come stia maturando, sebbene non da parte di tutti, la consapevolezza intorno alla rilevanza della fase delicata che stiamo affrontando. Mi auguro che questo possa condurre tutti, da una parte, a dare il dovuto peso alla crescente sfiducia nei confronti delle istituzioni politiche cittadine. Dall’altra, a capire, come ho più volte affermato, che a tale fatto politico si può reagire efficacemente soltanto con atti politici che determinino un netto cambio di passo e di direzione. In tale senso, il Partito Democratico, quale soggetto politico di governo, è tenuto ad aprire un confronto non solo al suo interno, ma anche con le forze civiche e politiche del centrosinistra e con la città intera, senza che questo comporti atteggiamenti punitivi nei confronti di qualcuno o qualcosa. La Direzione Provinciale del primo di luglio, con la presenza del Segretario Regionale Raciti, dovrà essere il punto di partenza di questa discussione.
Ma per giungere nel migliore dei modi a tale momento di confronto sono necessarie alcune precondizioni. Occorre, anzitutto, abbassare i toni e rispondere a proposte politiche con altre proposte politiche e non con accuse personali, a maggior ragione se si ricoprono ruoli di primo piano. Occorre, inoltre, distinguere chiaramente il rilievo giudiziario delle vicende dalla valutazione dei riflessi politici delle vicende stesse. Sarebbe opportuno, in ossequio ai principi cardine dello Stato di diritto, della separazione dei poteri e del garbo istituzionale, che tutti coloro che ricoprono un ruolo politico si astenessero da qualsiasi forma di interferenza o invasione di campo. Mi riferisco agli opposti estremismi di chi pensa di strumentalizzare politicamente l’azione dell’autorità giudiziaria, e di chi al contrario vorrebbe minimizzarne i riflessi politici alludendo a presunte anomalie nell’attività della magistratura. Entrambi gli atteggiamenti sono distanti e incompatibili con i principi, le regole e la cultura del Partito Democratico.
A tutti noi è chiesto ben altro. Ci viene chiesto di ascoltare i cittadini, anche e soprattutto quando piovono critiche. Di costruire, con le nostre scelte, una comunità migliore, più giusta e meno diseguale, dove ciascuno possa avere la possibilità di perseguire il proprio ideale di felicità. Se teniamo questi punti ben fermi, qualsiasi confronto, anche il più acceso, porterà buoni frutti.
Alessio Lo Giudice
Segretario Provinciale PD Siracusa