Mi chiedo e chiedo alle autorità giurisdizionali chi mai pagherà per i danni causati da decenni di inquinamento (istituzionalizzato) ai lavoratori e ai cittadini che vivono nelle zone limitrofe alle raffinerie di Gela, Priolo e Augusta e Milazzo?
Mentre a Taranto finalmente, e grazie ad un sostituto procuratore della Repubblica di buona volontà, la legge fa capolino (anche se , anche qui, dopo decenni di devastazione ambientale ‘grazie’ a quella sottocultura politica e giudiziaria da Stato autoritario che tanto un lavoro vale un cancro, una malattia invalidante o un neonato deforme) a salvaguardia della salute degli operai dell’ ILVA e dei cittadini di tale malata città. E visto che parliamo dell’ILVA vorremmo conoscere quale inquinamento produce l’acciaeria di Sicilia sita nella zona industriale di Catania di cui si sa ben poco e di cui non risultano indagini epidemiologiche da parte di enti pubblici.
Eppure quelle poche e occultate ricerche epidemiologiche realizzate peraltro anche dall’Istituto Superiore per la Sanità e persino dalla stessa Organizzazione Mondiale per la Sanità (OMS), anche se in periodi non recentissimi, hanno da sempre evidenziato lo stato di gravità ambientale e sanitario di tutte quelle città che stanno prevalentemente a poca distanza da tali siti industriali. Ma chi doveva prendere in seria considerazioni tali indagini ha fatto volutamente finta di nulla a partire da Sindaci, a Presidenti di provincia e Regione per finire ai Governi di uno stato come quello italiano che dovrebbe per Costituzione prevenire ogni forma di aggressione alla salute dei suoi cittadini.
Eppure nessuno dei due candidati accreditati alla Presidenza della Regione, così come da parte dei candidati alla Camera e al Senato alle recenti elezioni ha espresso le proprie considerazioni o ha inserito nel proprio programma politico proposte per affrontare e risolvere definitivamente l’impatto ambientale e alla qualità della vita delle raffinerie site in Sicilia quando peraltro vi era in corso un concitato dibattito nazionale su Taranto e sulla strage di lavoratori e cittadini. Qualcuno direbbe,e forse non a torto; questi sono i politici che ci meritiamo! Ma chi non ci sta non può continuare a stare a guardare dalla solita finestra per poi dire e dire ‘sono tutti uguali’, o ‘votiamo il meno peggio’. Questa è quella cultura che ci condanna da tempo immemorabile agli ultimi posti in Italia in ogni aspetto della vita civile. Quanti malati, quanti decessi ci vorranno ancora fino a che tali strutture saranno costrette a smettere di avvelenare l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo, il mare in cui nuotiamo e il cibo che mangiamo?
Alfio Lisi
Free Green Sicilia
3494500650