C’è elevata fibrillazione tra il personale della Seus 118 Sicilia che da due anni attende la messa in atto di alcuni punti del contratto di lavoro.
Gli oltre 3 mila lavoratori alle dipendenze della società che nel territorio regionale si occupa del servizio di emergenza e urgenza, infatti, lamentano la mancata applicazione di istituti contrattuali come il buono pasto, la pronta disponibilità e il riconoscimento dei 14 minuti del cosiddetto “tempo tuta” quando devono indossare o svestire l’abbigliamento obbligatorio da lavoro.
A cogliere l’inquietudine di questi operatori è la Ugl Salute Sicilia che in questi anni ha più volte chiesto all’azienda di non procrastinare ulteriormente l’attuazione di quanto concordato al momento della stipula del contratto collettivo.
Dopo varie riunioni ci ritroviamo sempre al punto iniziale – dicono il segretario regionale della federazione Ugl Salute Sicilia ed il responsabile regionale del coordinamento emergenza – urgenza della Ugl, rispettivamente Carmelo Urzì e Giovanni Ferraro.
Sono tutte misure ad impatto economico, che incidono fortemente sull’organizzazione del lavoro e sulle buste paga dei dipendenti, previste già nel contratto. Nulla di aggiuntivo quindi, motivo per cui non si comprende il perchè ancora oggi e dopo tutto questo tempo la società partecipata della Regione siciliana stia continuando a fare melina su tre temi che completano la dignità contrattuale dei lavoratori.
Ci rivolgiamo dunque agli Assessorati regionali della Salute e dell’Economia, per quanto di competenza, affinchè possano intervenire per sbloccare una situazione che, giorno dopo giorno, sta diventando sempre più pesante da sostenere. Tant’è che – concludono Urzì e Ferraro – le unità lavorative sono già pronte a proclamare lo stato di agitazione, in assenza di risposte immediate, ma sono anche disposte ad andare avanti per far valere i diritti acquisiti se la Seus farà ancora orecchie da mercante.”