Rosolini – Sulla vicenda legata al sequestro dell’immobile di proprietà del dott. Franco Covato, marito della Presidente del Consiglio Comunale Patrizia Calvo, che ha ingenerato in questi giorni una serie di polemiche con accuse anche pesanti che, come assicurato dagli stessi protagonisti, potranno avere strascichi anche giudiziari, si registra la netta presa di posizione dell’Assessore all’Urbanistica del Comune Gian Paolo Tricomi. Attraverso una propria nota l’assessore difende l’operato dei funzionari comunale, comportamento definito dallo stesso “equo” per tutti coloro i quali si sono trovati o che si troveranno nelle stesse condizioni del Covato. Allo stesso tempo Tricomi stigmatizza il comportamento del Covato il quale a sua volta ha lasciato intendere come l’azione intrapresa nei suoi confronti sia legata a motivi prettamente politici quindi da collegare al ruolo che la moglie svolge in seno l’Ente. ” Mi corre l’obbligo politico – afferma Tricomi- di dover intervenire nel tentativo di fare chiarezza ed evitare inutili strumentalizzazioni politiche o alimentare inesistenti vittimismi. E’ noto a tutti come i numerosi sequestri di immobili, negli ultimi due mesi, siano conseguenze di segnalazioni più o meno anonime. Anche nel caso in questione, tutto ha avuto inizio da una segnalazione anonima, a seguito della quale è stato attivato l’intervento del Comando della locale polizia municipale e quello conseguente del personale del Settore urbanistica. Devo, senza alcun dubbio, affermare la totale fiducia nei confronti dell’operato dei funzionari comunali, avvenuto nel pieno rispetto delle regole e delle norme. Non può, in tal senso, sollevarsi alcun sospetto ritorsivo ma l’obbligo del rispetto delle regole e procedure. E’ stata accertata una difformità sostanziale alla concessione edilizia e sollevata la questione della sua efficacia, nel senso se la comunicazione di inizio dei lavori è avvenuta in maniera corretta. Ho richiesto una relazione dettagliata sulla vicenda al Responsabile del servizio, il quale ha esposto in modo semplice e lineare i motivi per cui e per come è avvenuto il sequestro dell’immobile. Ad ogni buon fine – conclude Tricomi – al fine di fornire maggiori chiarimenti sulla vicenda, siamo pronti ad un pubblico dibattito per spiegare dettagliatamente i motivi che hanno determinato il sequestro e, contrariamente ai coniugi Covato che hanno scelto la strada dello scontro e della calunnia, e valutare le possibili soluzioni”.
g.l.