Il 12 e 13 giugno milioni di cittadini italiani sono stati chiamati ad esprimersi su quattro importanti quesiti referendari. La vittoria plebiscitaria dei “Si”, ma ancor più il superamento del quorum (indispensabile per la validità degli stessi referendum) hanno messo in luce l’importanza del contributo dato da ogni singolo cittadino, contributo risultato fondamentale per la vittoria di questa importante battaglia civile.
A Rosolini, come nel resto d’Italia, ha operato un comitato cittadino cui hanno aderito partiti politici, sindacati,associazioni culturali, singoli cittadini; un comitato che si è speso in una campagna di propaganda capillare e caratterizzata dal confronto diretto con il cittadino, contribuendo col proprio lavoro, svolto a livello locale, alla vittoria nazionale.
Noi dell’Associazione culturale “ESKIMO” vogliamo sottolineare l’aspetto “sociale” di questa vittoria e rivendicare la paternità civile di una battaglia che ha visto liberi cittadini e alcuni partiti politici combattere sullo stesso fronte questa importante sfida democratica.
A nostro avviso, infatti, questo referendum ha avuto una portata politica e sociale più ampia di quella che i media tendono ad attribuirgli. La vittoria dei “Si” e l’inattesa affluenza alle urne hanno infatti palesato, prima ancora della manifestazione della volontà di abrogare le norme oggetto dei quesiti referendari, un diffuso malcontento tra la popolazione civile che, finalmente, si è riappropriata dell’arma politica più democratica per dare un nuovo indirizzo a questo Paese. E proprio da questa situazione emerge, a nostro avviso, un dato fondamentale: il fallimento degli attuali centri decisionali (partiti politici e amministrazioni comunali in primis), ormai del tutto incapaci di raccogliere le istanze dei singoli per convogliarle in canali istituzionali.
E ci permettiamo questa presunzione per diversi motivi. Infatti, non solo il suddetto comitato referendario cittadino è nato per volontà e per operato di realtà espressione della società civile, ovvero di alcune associazioni culturali giovanili (promotori infatti sono stati l’Associazione Culturale “Eskimo”, l’Officina Culturale “Leonardo Da Vinci” e l’Arci “La Locomotiva”). Non solo tali realtà hanno operato senza il benché minimo appoggio dell’amministrazione comunale e con il solo contributo operativo dei singoli associati, sia con i mezzi tradizionali (quali volantinaggio mano a mano, banchetti informativi, affissione di manifesti, ecc) sia tramite l’informazione telematica realizzata in rete, nei vari forum, social-network, blog e in tutti quei luoghi figurati grazie ai quali è stato possibile raggiungere migliaia di persone e che, a detta di tutti, sono risultati fondamentali per la vittoria.
Ma rivendichiamo la paternità civile, popolare, sociale di questa battaglia anche e soprattutto perché è stata proprio la società civile a combatterla con determinazione e a fortemente volerla. I partiti politici che si sono espressi in favore del “Sì”, altro non hanno fatto che cavalcare la cresta di un’ onda sociale che sarebbe apparso impopolare contraddire.
Perché va evidenziato che sono stati proprio i partiti politici (di centrodestra e di centrosinistra) a mettere in atto il processo di privatizzazione dell’acqua. Va ricordato, infatti, che fu proprio la compagine berlusconiana che governò nel quinquennio 2001-2006 a legiferare in materia e a volere la privatizzazione dell’acqua (compresi quei Fini e Casini allora fedeli alleati di Berlusconi). Ma non va dimenticato neppure che il governo di centrosinistra che, seppur nel proprio programma aveva promesso di annullare il processo di privatizzazione, altro non fece che una moratoria di 12 mesi con la quale si decretava la semplice “sospensione” di tal processo, lasciando impregiudicata ai posteri la possibilità di riprendere questo percorso, come è poi effettivamente accaduto.
È quindi inequivocabile, alla luce dei fatti, attribuire questa importante vittoria ai cittadini tutti, alla società civile, a quelle fasce di popolazione che con massima determinazione hanno combattuto questa battaglia , sfatando il mito dell’inettitudine sociale che, purtroppo, ha caratterizzato l’Italia degli ultimi anni.
Rinascita della coscienza sociale: questa è , a nostro avviso, la vittoria più importante dell’ultima consultazione popolare e proprio da questa vogliamo ripartire per riappropriarci del nostro futuro.
Associazione culturale giovanile “Eskimo”-Rosolini