Rosolini – Terremoto in seno la Consulta Comunale per le Politiche Giovanili. Presidente e Vice Presidente hanno infatti rassegnato le proprie dimissioni dalle rispettive cariche. A fare maturare questa decisione ai due giovani studenti, Luigi Armeri e Pietro Vindigni, non sono state, almeno ufficialmente, diatribe interne, ingerenze o altro come avviene in questi casi. A dissipare infatti qualsiasi dubbio ci hanno pensato i diretti interessati a spiegarne i motivi nelle note trasmesse al Segretario Generale e al Direttore Generale dell’Ente. ” Le dimissioni – scrive Armeri – sono dovute alla mia volontà di intraprendere un percorso politicamente impegnato ed impegnativo e dalla mia volontà di candidarmi alle prossime competizioni comunali come Consigliere Comunale. Ritengo che la figura del Presidente della Consulta delle Politiche Giovanili debba essere una figura super partes e lontana da impegni e vincoli di tipo politico, tutto questo per non strumentalizzare i vari componenti della Consulta e i giovani fruitori delle iniziative della Consulta .Ringrazio di vero cuore tutti coloro che hanno collaborato con me, in particolare la grande maggioranza che mi ha votato alla Presidenza della Consulta e spero che la Consulta continuerà a lavorare in maniera democratica e libera da vincoli politici ed altro. Dopo aver rivestito il ruolo di Sindaco Baby ,di responsabile dei giovani dei Club Forza Italia e subito dopo dei giovani del Circolo della Libertà e dopo questa esperienza di Presidente della Consulta per le Politiche Giovanili,ritengo opportuno oggi un mio impegno per il rinnovo della classe politica”. Sulla stessa linea anche il Pietro Vindigni, vice Presidente, desideroso anche lui di intraprendere un percorso politicamente impegnato. Queste dunque le motivazioni ufficiali anche se da più parti si vocifiera che la decisione era da qualche tempo nell’aria e più volte manifestata a segito di diversi interni della per via di diversità di vedute con gli altri componenti la Consulta accusati più volte di essere poco autonomi nelle loro decisioni.
Giuseppe Lorefice