Ho avuto esitazione a scrivere, aspettando il responso del Tribunale del Riesame di Roma, in merito agli ultimi arresti effettuati nell’ambito del cosiddetto “Sistema Siracusa”.
La prima considerazione: Siracusa ha dato la stura ad un sistema di corruttela diffuso in tutto il Paese sol perché, i principali protagonisti, sono Siracusani.
Da quasi 20 anni combatto, aiutato da alcuni amici, un sistema diffuso di inquinamento delle coscienze che ho definito “corruzione molecolare”.
Si tratta della pratica di compravendita del voto, fenomeno che si acuisce nelle competizioni regionali, oramai collaudato e, purtroppo, molto diffuso.
Oggi viene confermata una verità processuale, che è molto meno del dato fattuale, a conoscenza di tutti, prova ne sia che se ne parla in termini ironici e rassegnati.
La gravità inaudita consiste nel fatto che un sistema, diffuso tra il popolo, ha trovato albergo anche nei vertici della magistratura amministrativa del Consiglio di Stato e del Consiglio di Giustizia amministrativa!
Credo che l’annullamento parziale delle elezioni regionali, con la dazione di danaro certa, rappresenti un “attentato alla Costituzione” perché mette a repentaglio il principio di sovranità popolare che si sostanzia nella libera competizione elettorale.
Come sempre, a porre un argine alla corruzione, nel nostro Paese, deve essere la Magistratura in sede penale, segno della decadenza morale ed etica di un popolo che è convinto che i furbi- delinquenti-corrotti, siano più bravi degli altri! È dai tempi di “mani pulite” (1992) che ciò accade e, ogni volta, purtroppo, siamo costretti a fare riflessioni amare!
L’auspicio è che il corpo elettorale possa prendere coscienza e punire, prima che vengano commessi reati, soggetti squallidi che popolano la vita delle nostre istituzioni.
La magistratura amministrativa deve ripensare se stessa per estirpare un cancro che la divora e, nel contempo, scredita le istituzioni democratiche.
Rosolini, lì 15.03.2019 Avv. Giovanni Giuca