La situazione criminale in cui versa la Regione del Nord Kivu della Repubblica Democratica del Congo documentata attraverso un video difficile da vedere fino in fondo per le immagini cruente e disumane contenute,inviato da una suora congolese ha mobilitato il Coordinamento Vicariale cittadino e all’unisono, ha deciso di rimboccarsi le maniche e di muovere un pò le acque; ci siamo incontrati, abbiamo confrontato le diverse idee, abbiamo ascoltato i sacerdoti e le suore di Butembo-Beni presenti in diocesi.
“Senza perdere inutilmente tempo – afferma il Vicario Foraneo don Luigi Vizzini – abbiamo insieme pensato di scrivere un’accorata lettera al Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, per presentare la situazione criminale in cui versa la Regione del Nord Kivu della Repubblica Democratica del Congo e invitarlo ad un immediato e concreto interessamento nelle Sedi istituzionali, nazionali ed europee”.
Primo atto, lo scorso 27 giugno il Coordinamento ha incontrato la parlamentare rosolinese On.Maria Marzana e la sua collega On. Simona Suriano, componente della III Commissione della Camera dei Deputati (Affari Esteri e Comunitari) per perorare la nostra richiesta e portarla anzitutto sul tavolo della Commissione Affari Esteri che è il luogo deputato per esaminare l’argomento presentato e avviare iniziative in seno alla Commissione stessa e in successivamente anche in Aula.
“L’interesse mostrato dalle parlamentari interpellate – afferma ancora don Luigi – ci ha confortato molto, quello di sabato è stato solo un primo incontro a cui ne seguiranno altri, per un sempre maggiore approfondimento della questione”.
Ai vari incontri hanno partecipato anche sacerdoti e religiose congolesi che attualmente prestano la loro attività pastorale presso la Diocesi di Noto mostrando grande entusiasmo, testimoniando la gioia di “non sentirsi soli” in questa immane tragedia che da anni ormai li investe nel silenzio più assoluto della Comunità internazionale.
“Diversi di loro – prosegue il Vicario Foraneo – hanno ripetuto, commossi, il loro grazie per la nostra determinazione nel voler procedere coinvolgendo le autorità italiane per non abbandonare al loro destino il popolo congolese.
Certo, interessarsi delle violenze inaccettabili e delle ingiuste ruberie di risorse naturali accompagnate da massacri disumani vuol dire prendere consapevolezza delle prevaricazioni perpetrate anche da noi occidentali per assicurarci un benessere a tutti i costi.
È nella nostra speranza – conclude – poter fare tutto il possibile perché l’uomo “resti” uomo! Perché in una situazione del genere, l’umanità è umiliata e cancellata nella vita dei fratelli congolesi massacrati, ma anche sul volto di chi consuma queste intollerabili atrocità. E noi non restiamo in silenzio!”