In occasione della “Giornata della Memoria”, che verrà celebrata il 27 gennaio p.v., volta a commemorare le vittime innocenti della Shoah, il Sindaco Corrado Calvo ha inviato un messaggio a tutti gli studenti della Città.
Così scrive il Sindaco:
“Cari giovani,
viviamo in un mondo complesso nel quale la velocità brucia notizie e avvenimenti facendoci vivere in una sorta di presente permanente, nel quale spesso viene a mancare ogni rapporto organico col passato storico e la memoria diventa volatile e limitata.
Il 27 gennaio 1945 vengono abbattuti i cancelli di Auschwitz, il più abominevole dei campi di sterminio tedeschi, responsabile da solo di aver dato la morte a un milione di Ebrei: il mondo inorridì alla scoperta di quanto era avvenuto. Le vittime furono molto di più, circa sei milioni, perché lo sterminio non fu esercitato solo contro gli Ebrei, che pure costituivano l’obiettivo finale; vittime furono anche gli oppositori politici, gli zingari, gli slavi, gli omosessuali, le prostitute, i testimoni di Geova, i minorati mentali, i portatori di handicap, gli “asociali”, i “diversi” per costume, confessione e costituzione fisica, gli indegni di vivere secondo il delirio nazista.
Con una legge dello Stato, anche per noi italiani, quella data è diventata il simbolo della condanna della Shoah, la giornata della memoria. Memoria dell’Olocausto e di quanto lo precedette, allorché per imitare l’alleato tedesco anche il regime fascista emanò nel 1938 le vergognose leggi razziali: con esse si proibiva a tanti ragazzi e giovani, solo perché di origine ebraica, di frequentare le scuole e si intimava loro di abbandonare gli studi.
A causa di queste leggi, insegnanti, impiegati, ufficiali dell’esercito furono cacciati dall’amministrazione statale e da un momento all’altro persero il lavoro; commercianti, artigiani, professionisti dovettero chiudere e abbandonare le aziende, i laboratori, gli studi solo perché i loro nome erano di ascendenza ebraica. Per questa colpa furono avviati prima al carcere e ai campi di lavoro e poi ai campi di sterminio. Anche dal nostro Paese partirono convogli e vagoni piombati. In essi furono stipati più di ottomila ebrei italiani, spediti verso i campi di morte in Polonia e in Germania.
Questo è stato, è avvenuto e fatti analoghi, pericolosamente somiglianti, si sono ripetuti nel recente passato e rischiano di accadere nel nostro mondo civilizzato, che comincia a costellarsi di muri e reticoli. Infatti la perdita della memoria, la non conoscenza degli orrori verificatisi, la sordità comoda, rendono possibile il ripetersi di nuovo dell’abominio in questa stessa Europa o altrove nel mondo, nel nostro tempo o in tempi futuri.
Ricordare l’irripetibile, il mostruoso, è probabilmente l’unico modo per preservarci da esso. Da qui il bisogno di tenere desta la memoria, di fare partecipi tutti, di rendere consapevoli la società contemporanea e le generazioni future delle atrocità che gli uomini sono stati capaci di compiere nei riguardi dei loro simili.
I vostri insegnanti, unitamente alle vostre famiglie, sono impegnati nell’alto e insostituibile compito di educarvi alla vita e al rispetto dell’altro, alla solidarietà e al valore assoluto costituito dalla persona e dalla sua dignità. Di questo nobile e prezioso magistero, svolto quotidianamente in silenzio e nelle difficoltà, li ringraziamo.
Concludo con le parole di Primo Levi: “l’Olocausto è una pagina del libro dell’Umanità da cui non dovremo mai togliere il segnalibro della memoria”. E con Norberto Bobbio ricordiamo che “la libertà è un beneficio per tutti, anche per coloro che la sconfessano.”
A voi tutti, ai vostri insegnanti e a tutti coloro che con la loro opera rendono possibile l’insegnamento nelle nostre scuole, vada la stima e l’affetto della Comunità rosolinese”.
Il Responsabile
Giuseppe Lorefice