Venerdì mattina si è tenuto un sopralluogo nel cantiere per la realizzazione del cavalca ferrovia, nei pressi dell’incrocio ex SS115-Sp 26, a valle del centro urbano del Comune di Rosolini, voluto dalla Deputata Nazionale del Movimento 5 stelle Maria Marzana.
La Deputata, accompagnata da alcuni componenti del Meetup M5S di Rosolini, è stata accolta con molto entusiasmo dai tecnici dell’ufficio del RUP di Siracusa e dal titolare della ditta che sta eseguendo i lavori.
“Il sopralluogo, dichiara Marzana, ha avuto uno scopo conoscitivo dell’opera e delle procedure della sua realizzazione, nonché dell’incidenza dei lavori rispetto ad una area che conserva testimonianze archeologiche di raro valore storico”.
Un po’ di perplessità è stata provata nel constatare che tutta la cartellonistica, compresa quella contenente le informazioni relative all’opera, è visibile solo agli addetti ai lavori e non è posta invece in prossimità dell’ingresso del cantiere come prescritto. Prontamente però da parte dell’addetto alla sicurezza è stata manifestata disponibilità a provvedere all’adeguamento.
L’appalto, che costerà 5 milioni di euro, prevede un’infrastruttura che avrà un’importante impatto in un’area dai delicati equilibri idro-geologici e paesaggistico-ambientali.
“Poiché il sito risulta interessato da vincolo archeologico, precisa la Deputata pentastellata, è opportuno vigilare affinché i lavori non mettano a rischio le testimonianze storiche rinvenute nonché quei ritrovamenti che potrebbero venire alla luce nel corso dei lavori. Fondamentale dunque si rileva, durante l’intera fase degli scavi, e non solo in occasione dei saggi, la presenza costante dell’archeologo, al fine di individuare e recuperare eventuali resti di manufatti storici”.
Difatti in prossimità del sito interessato dai lavori si trovano grotte artificiali (ipogei) utilizzate dai Greci e dai Romani per seppellirvi i morti, la cui destinazione è variata più volte, e una Basilica ipogeica-rupestre realizzata dai Cristiani a scopo di preghiera e di culto, risalente al V secolo d.C., che dovrebbe essere patrimonio di tutti, ma rimane inspiegabilmente tuttora di proprietà privata.
Durante il sopralluogo, in assenza dell’archeologo, è stato il responsabile dell’impresa ha riferire che in uno dei quattro scavi prescritti dalla Soprintendenza, sono stati rinvenuti dei resti umani, risalenti al 1800, tumulati in una fossa comune, forse vittime di una pestilenza, che però attendono ancora di essere recuperati e conservati correttamente. Un’ulteriore prova che non è esclusa la possibilità di entrare in possesso di ulteriori scoperte storiche.
“I lavori per realizzare opere pubbliche rappresentano, conclude la Deputata, oltre ad un’opportunità di occupazione e alla predisposizione di un servizio, uno strumento e un’occasione di ricerca delle nostre radici poiché la Soprintendenza spesso non possiede le risorse necessarie per operare scavi di propria iniziativa. Queste due opportunità possono però coesistere a patto che i lavori vengano eseguiti scrupolosamente e alla presenza del personale specializzato anche nel settore archeologico”.