Una storia che va avanti dal 2013 e che rischia di lasciare senza lavoro 18 operai e senza casa tre famiglie. È la vicenda che vede coinvolto il rosolinese Giorgio Spadaro, proprietario del frantoio di pietra della cava Prainito che, insieme all’abitazione in cui risiedono lui e tutta la sua famiglia, è stata svenduta all’asta per un totale di 120 mila euro per debiti contratti quasi 30 anni fa.
Questa mattina, all’arrivo dell’ufficiale giudiziario, la comunità delle due province si è ritrovata unita all’interno della cava per manifestare pacificamente contro la svendita del patrimonio che non solo è frutto del sacrificio di una famiglia ma che da anche lavoro a 18 persone. «La cava – ha spiegato Giorgio Spadaro – lavora a tempo pieno e permette a 18 famiglie di mantenersi, più la mia. Nella casa invece vivono tre famiglie, compresi i miei tre nipoti, tre minorenni che vorrebbero buttare in mezzo alla strada».
La cava e la casa sono state acquistate da un medico in pensione di Catania, e il suo legale e quello di Giorgio Spadaro avevano intavolato una trattativa che prevedeva la restituzione della somma irrisoria pagata per l’acquisto più una somma di guadagno, ma le trattative erano state interrotte fino a questa mattina. L’ufficiale giudiziario ha dato tempo alle due parti di accordarsi fino al 6 novembre, quando in caso di mancato accordo tornerà a mettere i sigilli alle proprietà.
Giovanna Alecci