Rosolini – L’attivazione di nuovi corsi presso gli istituti superiori rosolinesi da parte della Regione oltre alle soddisfazioni si registrano timori e perplessità. Benché infatti tutto ciò rappresenta un bel traguardo per gli studenti che potranno contare su un’ampia scelta, senza dover frequentare scuole di altre città, c’è scetticismo in quanto si sono creati dei doppioni che possono creare antagonismo tra i due istituti cittadini. Si tratta dell’Ipaa , sede staccata del Calleri di Pachino, e dell’ istituto Principe di Napoli che hanno ottenuto entrambi l’indirizzo alberghiero. Ad esprimere disappunto e perplessità il responsabile della sede Ipaa di Rosolini, Pietro Calvo nel corso di una conferenza stampa promossa dallo stesso nei locali dell’istituto. “ L’attivazione dei nuovi indirizzi scolastici – afferma Calvo – se da un lato avrà delle ricadute importantissime in quanto aumenta di molto la possibilità di avere nuovi sbocchi, allo stesso tempo va sicuramente in contro tendenza alla politica scolastica nazionale in quanto non concordato e senza criterio e che mette in grave difficoltà gli Enti Locali. Gli enti locali preposti infatti dovrebbero caricarsi un onere non indifferente al di sopra delle loro reali risorse a disposizione”. Attenzionando poi quella che è la realtà locale Calvo ha voluto rimarcare come l’Ipaa di Rosolini ha tutte le carte in regola per dare da subito inizio al nuovo indirizzo alberghiero in virtù delle disposizioni previste dal decreto istitutivo. “Il decreto –afferma Calvo – all’articolo due, subordina l’attivazione del corso a condizione di determinati requisiti come al numero degli alunni, ai locali idonei, dotazione organica di insegnati. Noi siamo in grado di fare fronte a tutte le disposizioni. Con il nuovo anno scolastico contiamo dunque di partire con la una classe anche se già il numero di richieste di iscrizione va oltre”. Senza poi volere fare polemiche il responsabile dell’Ipaa si chiede il perché sia stata autorizzata l’attivazione di un corso ad una sede staccata quando nel corso di un incontro a livello provinciale si era stabilito che una sede staccata non può avere un indirizzo se la “centrale” non lo ha. Chiaro il riferimento all’istituto “Principe di Napoli”. Allo stesso il professore Calvo si è intestato una battaglia che intende portare avanti, vale a dire quella della istituzione in città di una secondo Istituto superiore. “Facendo una conta degli studenti iscritti presso le sedi staccate dell’Ipa del “Principe di Napoli”- afferma Calvo – abbiamo circa 700 unità che rappresentano un numero sufficiente per avere un secondo istituto superiore. Un fattore da tenere nella dovuta considerazione e che eliminerebbe anche inutili doppioni”.
Giuseppe Lorefice