Si era pensato ad un incidente domestico, ma così non è stato. Ad uccidere la mamma di 31 anni, Laura Pirri, è stato il compagno, Sebastiano Iemmolo, di 35 anni, arrestato questa mattina dagli agenti della Polizia di Pachino.
Il 7 marzo scorso il 118 ha soccorso la donna nell’abitazione di via Eloro che divideva col compagno e con il figlio di 10 anni. Iemmolo ha raccontato che la donna era rimasta ustionata per lo scoppio di una bomboletta del gas da campeggio che serviva ad alimentare un fornellino, ma questa versione dei fatti non aveva convinto nè gli investigatori nè i parenti della vittima, deceduta dopo 18 giorni di agonia presso l’ospedale Civile di Palermo. La madre della vittima, accorsa immediatamente in aiuto della figlia, aveva saputo dal nipotino che era stato il padre ad uccidere la giovane donna.
La Polizia ha portato avanti le indagini, delicate anche perchè il piccolo di 10 anni aveva assistito all’uccisione della madre da parte del padre.
Le conclusioni cui è pervenuta l’autorità inquirente derivano dalle dichiarazioni dei parenti e degli abitanti dello stabile di Via Eloro, oltreché dai risultati di intercettazioni telefoniche e ambientali all’interno dell’abitazione della madre dell’indagato in cui, dopo il sequestro dell’immobile, lo stesso era andato a vivere.
Dopo la notifica di un avviso di garanzia emesso dal p.m. titolare delle indagini, che disponeva anche il sequestro dell’immobile, Sebastiano Iemmolo aveva abbandonato l’iniziale versione fornita circa lo “scoppio accidentale del fornellino”, iniziando, tra le mura domestiche, a concordare con il figlio e la propria madre una “seconda verità” da fornire quando fosse giunto in momento. Infatti, proprio le conversazioni intercettate in cui si ascoltano lo Iemmolo, il figlio di questi e la madre dell’indagato, protesi a concertare una versione di comodo, hanno consentito di ricostruire anche il movente dell’omicidio, ovvero il fatto che la giovane donna aveva negato dei soldi, pochi euro, al convivente.
A Iemmolo vengono contestate le accuse di maltrattamenti nei confronti della convivente e del figlio minore, lesioni aggravate e omicidio aggravato dai futili motivi, e dall’aver agito con crudeltà.