La politica, oggi, è diventata un’attività che non ha nulla a che fare con le sue reali radici, che non si avvicina minimamente al suo originario significato. Né per come è strutturata, né per i fine che persegue.
La politica, oggi, ha perso il suo valore, le sue funzioni, ma soprattutto ha perso i suoi soggetti.
La politica oggi non è più politica. Perché è fatta di non politici. E’ rincorsa ed è ricercata come strumento per fini personali, per fare fortuna, per rinforzare il proprio potere. Si perché la politica oggi è cosa solo di chi ha il potere, quello economico soprattutto, di chi ha le spalle robuste e conti in banca, chi ha gli amici potenti, chi ne ha tanti. E fatta per chi ha gli operai e minaccia licenziamenti, per chi promette lavori in cambio di voti, per chi semplicemente illude e approfitta del malessere sociale con promessine. I politici sono visti così dai cittadini, che agiscono di conseguenza e ne fanno (anzi pensano di farne) essi stessi uso improprio perché pensano che alternativa non ci sia e che sono tutti uguali (“meglio un uovo oggi che una gallina domani-dicono).
Ma menomale che, nonostante tutto, la speranza è l’ultima a morire, perché in un piccolo angolo, c’è una piccola minoranza che ci crede ancora nella politica originale, quella che si vuole occupare della città, dei cittadini, quella che è fatta di persone che hanno come unico, benefico scopo di amministrare la città a cui appartengono, senza inganni, senza scopi personali, senza sottobanchi. Quelle persone che rivedono se stessi come una parte della società a cui appartengono. Quelle persone che rispettano la società in cui vivono. Quelli che tengono alla moralità. Sono quelli che veramente potrebbero cambiare la politica e il sistema. La politica che si occupa dei servizi sociali, delle infrastrutture, dell’energia rinnovabile, della raccolta differenziata, dello sport e della cultura, dei reali bisogni quotidiani di chi vive la città. Non dei propri bisogni.
Sfortunatamente queste persone sono poche, troppo poche. Purtroppo sono tenuti distanti dalla politica, affinché non siano di intralcio nel meccanismo oscuro e sporco. Affinché non creino problemi gli viene sbarrato il tragitto. Purtroppo, non riescono a farsi strada perché rifiutano la corruzione e vogliono, giustamente, lottare in maniera pulita senza colossi alle spalle che gli permettono un percorso “facile” ma compromesso.
Ecco il coraggio di una scelta giovane qual è ! Non solo giovane di età, perché anche i giovani possono essere già vecchi, ma giovane che sa di rinnovato, limpido, innocente. Il coraggio di crederci, di credere nella scelta di una politica giovane, nuova, pulita; il coraggio di crederci nonostante essere la minoranza. Il coraggio che non ha la maggioranza del popolo di cambiare e di crederci. Il coraggio che non hanno i giganti di fare spazio .
Le prossime elezioni a Rosolini non porteranno nulla di nuovo, se nuovo non sarà il modo di andare a votare.
Paolo Borsellino diceva: <<La Rivoluzione si fa nelle piazze con il popolo, ma il Cambiamento si fa dentro la cabina elettorale con la matita in mano. Quella matita più forte di qualsiasi arma, più pericolosa di una lupara, più affilata di un coltello>>.
Se veramente vogliamo contribuire al bene della nostra città, dobbiamo avere il coraggio di andare a votare liberi e fare il cambiamento dentro la nostra cabina, di fare una scelta giovane.
Giuseppe Melilli