PRETENDO LE SCUSE PUBBLICHE DAI DIFFAMATORI SERIALI,
“IO VITTIMA DELL’INVIDIA E DELLE MALDICENZE DELLA CRICCA”
Ho sempre insegnato ai miei figli che non si gode mai delle disgrazie altrui. Il male non si augura neppure al peggior nemico. Non mi considero un cattolico-cristiano praticante, ma in Dio ci credo. La sua Giustizia non è quella degli uomini, ma è implacabile. Nei miei confronti per anni c’è stato un accanimento giudiziario senza precedenti. Soltanto il cavaliere Berlusconi mi ha superato dovendo subire un centinaio di processi. Faccio peccato se mi paragonassi a lui, ma una cosa in comune in questi anni l’abbiamo avuta: l’invidia della gente. Ma chi di invidia campa, di invidia muore, perché la vita è una ruota che gira e nessuno è perfetto.
La mia storia potrebbe essere un romanzo ambientato tra la fine del 1400 ed il diciassettesimo secolo, al tempo del Tribunale dell’Inquisizione, ambientato in una Rosolini di bugiardi e invidiosi. Tutto questo per dirvi che aspetto le scuse di quella che ho definito la cricca locale, delle persone con doppia moralità, i professionisti parolai dell’Antimafia che con le loro bugie hanno rovinato tanti padri di famiglia. Oggi mi sento sollevato da una sentenza d’un giudice che non mi ha mandato neppure sotto processo, archiviando l’inchiesta e sentenziando che ‘non feci mai compravendita di voti con la mafia e di non avere mai avuto rapporti con esponenti della criminalità organizzata’. E pure una donna della mia città, abituata alla gassosa dell’osteria, stappò lo champagne per festeggiare con il marito, il fatto di essere finito ai domiciliari per quello che si è rivelato un errore giudiziario. Anche il tribunale del Riesame disse all’epoca ‘che non c’erano gli estremi per la custodia cautelare’. Ma Rosolini festeggiava e diffamava, a cominciare da un partitino in via di estinzione, oggi coinvolto a livello europeo nel Quatargate. Ad alimentare la cultura del sospetto, un giornalista – scrittore che in questi anni ha cavalcato la strada del vittimismo per fare carriera. Per lui e per altri, agirò senza pietà nell’azione risarcitoria per avermi messo ingiustamente sulla graticola della diffamazione. Infine chiudo con un giornaletto locale, aggregato alla cricca. E’ fazioso e si guarda bene a raccontare la verità. Disinformazione al 100 per cento. Non voglio essere logorroico e chiudo. A questi signori della cricca chiedo soltanto le scuse. Buon week end a tutti.
PIPPO GENNUSO