Peppino Impastato viene assassinato nella notte tra l’8 e il 9 maggio del 1978, nel corso della campagna elettorale (si era candidato nella lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali); col suo cadavere venne inscenato un attentato, atto a distruggerne anche l’immagine, in cui la stessa vittima apparisse come attentatore suicida, ponendo una carica di tritolo sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia. Pochi giorni dopo, gli elettori di Cinisi votano il suo nome, riuscendo ad eleggerlo, simbolicamente, al Consiglio Comunale.
Stampa, forze dell’ordine e magistratura parlano di atto terroristico in cui l’attentatore sarebbe rimasto vittima di suicidio dopo la scoperta di una lettera scritta in realtà molti mesi prima. L’uccisione, avvenuta in piena notte, riuscì a passare la mattina seguente quasi inosservata poiché proprio in quelle ore veniva “restituito” il corpo senza vita del presidente della DC Aldo Moro in via M. Caetani a Roma.
La matrice mafiosa del delitto viene individuata grazie all’attività del fratello Giovanni e della madre Felicia Impastato che rompono pubblicamente con la parentela mafiosa.
Oggi ricordiamo Peppino portando avanti quelle che erano le sue idee, idee per le quali ha rinunciato prima alla famiglia e poi anche alla vita, RIPERCORRENDO I SUOI 100 PASSI in una Sicilia in cui la mafia non è più la benvenuta!!!