Ritorna in città la tradizionale sagra del mosto giunta ormai alla sua 22ma edizione. Un evento curato nei minimi particolari dalla locale Associazione delle Famiglie Green che si svolgerà dal 30 settembre al 2 ottobre prossimo. Una manifestazione che annualmente si arricchisce, grazie al costante impegno da parte delle famiglie dell’associazione che ha puntato sempre sulla bontà dei prodotti, di particolarità che favoriscono sempre più la riscoperta delle tradizioni contadine della nostra terra ed in modo particolare il mosto e i suoi derivati. Proprio per questo, la Sagra è riuscita a varcare i confini comunali e provinciali, registrando annualmente la presenza di migliaia di visitatori provenienti dalle più diverse parti delle province di Catania, Ragusa e Siracusa. Anche quest’anno, come avviene da qualche tempo, la sagra si svolge presso il verde attrezzato “ Giovanni Paolo II. A patrocinare la manifestazione diverse amministrazioni pubbliche e private.
“Il lavoro svolto nel corso di questi anni – afferma il presidente del sodalizio rosolinese dottor Salvatore Baio – alla fine ci hanno dato sempre ragione e l’impegno profuso da parte di tutte le Famiglie dell’Associazione Green, annualmente ne sono stati una testimonianza. La perizia delle nostre donne, ottime cuoche e custodi delle più genuine tradizioni dolciarie, che mettono a disposizione nei giorni dello svolgimento della manifestazione, i prodotti hanno fatto della Sagra un appuntamento unico, perché uniche sono le sue prelibatezze ( la mostata calda e secca, i mostaccioli, i purcidduzzi, la cuccia, il vino cotto, le crespelle, etc.). Il nostro obiettivo è, e rimarrà, fino a quando riusciremo ad organizzare la manifestazione, quello di esaltare e custodire una cultura antica legata al mondo contadino della coltivazione della vite, ma anche e soprattutto per sottolineare ed esaltare il valore della solidarietà e della comunione tra le famiglie, la promozione della cultura della famiglia e l’attenzione verso i problemi sociali, verso le altre famiglie e verso i soggetti più deboli della nostra società.”
Alberto Lorefice