Non lasciamo nel completo abbandono i luoghi e soprattutto i simboli della nostra città. E’ questo il grido di allarme lanciato da diversi cittadini, attraverso la nostra emittente, nel vedere in quale stato di abbandono versano alcuni luoghi all’interno del perimetro urbano che rappresentano la storia della città. Andiamo allora a scoprire e soprattutto a vedere come stanno questi luoghi simbolo. Il primo a passare sotto la nostra lente di in gradimento è l’abbeveratoio di via Eloro. Lo abbiamo preso subito in considerazione in virtù del fatto che si trova all’ingresso della città e soprattutto in questi ultimi tempo a causa della momentanea interruzione del tratto di viale Paolo Orsi interessato ai lavori del cavalca ferrovia, balza più agli occhi di quanti, e sono molti, transitano per quella via. Ristrutturato parecchi anni fa e riportato all’antico splendore di un tempo, dopo un piccolo periodo d’oro, il sito è stato lasciato in balia di stesso fatta eccezione per gli alberelli d’ulivo ivi piantati che sono stati presi amorevolmente in cura da una azienda che opera nelle vicinanze. L’acqua che in un primo momento fuoriusciva zampillante dalla fontanelle è solo un mero ricordo per non parlare della vasca ripiena di tutto fuorchè della materia prima che deve contenere ovvero l’acqua nonché della sporcizia che regna sovrana all’interno della piazzola spesso utilizzata anche come parcheggio. Vani sono stati i tentativi generosi di alcune associazioni musicali cittadine che vi hanno organizzato alcuni concerti nell’ambito di programmi estivi o natalizi per cercare di rendere fruibile al massimo il luogo ma i nostri amministratori, recenti e passati non se ne sono nemmeno accorti. Certo se il paragone si fa con la più centrale Piazza Masaniello “Sancherchiri” per intenderci, che ha dovuto attendere che si effettuassero le riprese del film “Andiamo a quel paese” di Ficarra e Picone per vedere zampillare l’acqua all’interno della vasca, allora l’attesa per l’abbeveratoio è più che giustificabile. Naturalmente una giustificazione che definiamo ironica perché non è possibile non rendere funzionale un un luogo che rappresenta uno dei simboli della città e per il quale si sono investiti i soldini della comunità e quindi i nostri soldi. Una incuria dunque ingiustificabile. A questo punto occorre una vera e propria inversione di tendenza e di comportamento da parte di chi si propone ad amministrare la città dopo lo svolgimento delle prossime elezioni perché le parole non bastano più per chi veramente si vanta di avere a cuore il bene della città. Anche questo è volere bene alla città, avere cura dei propri luoghi storici per farli tornare alla loro sua efficienza e splendore. Alle volte basta veramente poco per rendere un piccolo omaggio alla città.