Rosolini- Domenica prossima, sette febbraio si celebra la 32ª Giornata per la Vita. La Chiesa celebra l’evento con rinnovato entusiasmo e con vivo senso di responsabilità, per sottolineare la sua missione di promozione e di servizio alla vita, dal concepimento al suo termine naturale. Quest’anno i Vescovi italiani hanno invitato tutti i cristiani a riflettere su ““La forza della vita una sfida nella povertà” un tema quanto mai indicato nell’attuale dibattito culturale del nostro Paese. Il Consiglio Permanente della Conferenza Episcopale Italiana, pone il profondo concetto che “ogni vita è degna di essere vissuta” spingendo le persone povere di mezzi economici, ma ricche di umanità, a “gustare la vita” e pensare che “non è la ricchezza a costituire la dignità della vita”, ma la ricchezza del dono della vita che un Essere Superiore ci ha dato e che va difesa in ogni momento critico, soprattutto “quando viene spinta nel delitto dell’aborto o dell’eutanasia”. E proprio sul tema dell’eutanasia che verte la conferenza dibattito organizzata per l’occasione dalla FIDAPA, e Croce Rossa Italiana per giovedì pomeriggio presso il cine teatro Santa Caterina. Relatori, la dottoressa Monia Albino, avvocato civilista, il medico chirurgo Franco Cultrera e don Stefano Trombatore vicario foraneo della Città. Il giorno dopo invece l’attenzione si sposta al Centro Polivalente dove l’ Associazione delle Famiglie Green e il Movimento Apostolico Ciechi hanno promosso un incontro sul tema “ La famiglia con persone disabili: punto d’avvio di una storia nuova e complessa”. Dopo gli interventi introduttivi dei presidenti dell’ associazione delle Famiglie Green e del Movimento Apostolico Ciechi, Salvatore Baio e Antonino Amore, sono previste le relazioni della psicologa Adriana Passarello su “ Variazioni delle dinamiche psicologiche in presenza di una nuova vita”; di don Matteo Buggea, assistente regionale del Mac, su “ Accoglienza, cura e difesa della vita”; dell’avvocato Maria Antonia Albino su” Normativa e tutela della persona con disabilità”.
Giuseppe Lorefice