Presente anche la delegazione di Rosolini, con in testa il segretario Corrado Fioretti(nella foto con Nicola Fratoianni), impegnata attivamente sia sul fronte locale che regionale
Nell’Assemblea della sinistra radicale e ambientalista, -, che promette di non essere più tafazzista e di volersi ricomporrei – due sono i leader riconosciuti: Nichi Vendola e Elly Schlein. A loro gli applausi più lunghi ed entusiasti. Per l’ex governatore della Puglia – da tempo defilato ma accolto dagli abbracci dei militanti – il tempo è adesso. “Non è l’attesa di quanto accade con l’eventuale Big Bang del Pd che ci deve riguardare”, afferma Vendola, anche se “guardiamo con interesse a Zingaretti dopo i fasti e i nefasti della stagione renziana”. Tuttavia occorre muoversi.
Avverte Vendola: “Perché noi abbiamo perso il sentimento del mondo e l’appartenenza al percorso della storia umana? Come sono tornati il razzismo, l’antisemitismo, i suprematismi? Oggi ci ritroviamo qui, tutti più soli. Servirebbe quella che Togliatti definiva analisi differenziata, riflettiamo su come siamo finiti in un angolo, in una notte buia, alludiamo a un popolo che ci sfugge di mano come un’anguilla”. E soprattutto: “Le periferie se ne fottono della nostra sociologia e si organizzano la vita per fatti loro. Mahmood racconta il “barrio” e manda a dire che non se ci fa niente con lo sguardo pietitista e sociologico di un centro lontano che vuole redimere la periferie e invece va attraversata per davvero, non da lontano”.
Sarà la Schlein subito dopo a chiarire: “Non sto proponendovi una lista Coraggiosa nazionale. Non possiamo illuderci che basti riproporre nome e simbolo senza cambiare metodo. Il problema dell’uomo solo al comando non sirisolve sostituendolo con un altro uomo o un’altra donna”. E intanto chiede al Pd: “Individuiamo le candidature a presidente insieme laddove non sono state già stabilite”. Quello che accadrà, se si va verso una federazione o verso un unico soggetto, si vedrà.
Il bivio tuttavia è: cosa si fa con il Pd? Nicola Fratoianni, l’ex segretario di SI, spiega: “Oggi la condizione del Pd è diversa rispetto a quando c’era Renzi. Io voglio discutere con quel campo. Ma basta un unico soggetto? Discutiamone. Misuriamoci sull’efficacia”.
Ciascuno ha la sua ricetta. Concretezza e iniziativa è quella che chiede Francesco Laforgia, senatore di Leu e ora fondatore di “è Viva”, un pezzo di sinistra in movimento che invita: “Basta frammentazioni, costruiamo un soggetto politico unico. Non c’è il bersaniano Roberto Speranza, il ministro della Salute impegnato sul fronte dell’emergenza coronavirus. Ma la strada si sa che è diversa, tra i bersaniani più propensi a confluire nel Pd allargato di Zingaretti e la sinistra radicale che si è data appuntamento nell’Assemblea rosso-verde..