Si è tenuta ieri 19/11/17 presso l’hotel nh Collection di Roma l’assemblea nazionale di Sinistra Italiana. Presente anche il circolo di Rosolini con il delegato nazionale il segretario cittadino Corrado Fioretti. L’incontro è stato aperto da un vasto, articolato e tecnico discorso del segretario nazionale Nicola Fratoianni dove a nome di tutta la comunità ha precisato:”il Congresso di Rimini svoltosi nel febbraio del corrente anno ci ha consegnato il mandato di costruire un partito di sinistra, che determinasse le condizioni per la presenza di un quarto polo alle elezioni politiche del 2018.
Partivamo da una lettura della condizione sociale del paese e dell’Europa, che metteva in evidenza l’esplosione delle disuguaglianze, l’impoverimento diffuso, la crescente marginalizzazione di milioni di donne e uomini, fino alla loro esclusione di fatto dai diritti connessi alla cittadinanza.
Pensavamo in particolare alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti, colpiti da leggi che estendono e rafforzano la precarietà, a quelli autonomi, ridotti sempre più spesso a accessori terminali della catena di produzione del valore, ai disoccupati e ai migranti, su cui si scaricano con violenza tutte le contraddizioni della globalizzazione.
Nè ci sfuggiva il nesso profondo fra esclusione sociale e processi generali e locali di decadimento ambientale, di cui ogni giorno soffriamo le conseguenze in termini di inquinamento, desertificazione, alluvioni e altre calamità naturali.
Davanti a questo stato di cose abbiamo deciso di investire ancora una volta sulla politica come strumento collettivo di cambiamento radicale.
La scommessa era ed è contribuire a ricostruire un soggetto che torni a immaginare una società di donne e uomini liberi ed uguali, e la costruisca attraverso il conflitto quotidiano contro i processi del capitalismo finanziario.
Si tratta evidentemente di un progetto di lungo periodo, che rappresenta tuttavia il cuore del nostro impegno collettivo.
D’altra parte la sinistra non può trovare il proprio senso in una politica che si concentri esclusivamente sulla contingenza e sulla risposta puntuale ed immediata alla sollecitazione del momento.
Abbiamo bisogno di pensieri lunghi, in risposta ad un sistema che sollecita invece la produzione continua di significati che si esauriscono in se stessi.
La proposta di un quarto polo rispondeva quindi in questa fase alla constatazione che nessuno dei soggetti politici in campo potesse rivelarsi compatibile con la nostra ispirazione di fondo.
Non lo era la destra, per ragioni che non necessitano spiegazioni, nè il M5S, che rivelava nella scelta della leadership di Di Maio il rafforzamento dell’ala conservatrice.
Le posizioni poi assunte sul tema delle migrazioni e dell’accoglienza, così come l’entusiasmo per il programma fiscale di Trump e il rilancio della rivoluzione liberale berlusconiana hanno reso evidente questa deriva.
Non lo era e non lo è il PD, come a noi appariva chiaro a febbraio, ma come ora ha compreso chiunque.
Il Governo Gentiloni si è infatti dimostrato, per usare le parole dello stesso presidente del consiglio, la prosecuzione del Governo Renzi con altri mezzi.
Parlano i fatti, dai decreti Minniti-Orlando, alla scelta di scippare gli italiani del diritto a decidere con un referendum sui voucher, alla legge elettorale imposta a colpi di fiducia multipla, fino ad una legge di bilancio che aumenta le spese militari mentre riduce quelle per la sanità, rifiutando al contempo qualsiasi modifica di un sistema pensionistico iniquo e socialmente insostenibile.
Il problema, come abbiamo detto più volte, non è Renzi, ma il PD, che ha ormai assunto fino in fondo il ruolo di attore non protagonista nell’esecuzione delle volontà dell’establishment e del mantenimento dello status quo.
È del tutto indifferente che questo avvenga con le parole del neo-populismo renziano, disposto a giocare allo sfascio con le istituzioni e con i conti pubblici, o con l’aderenza burocratica di Padoan ai dettami europei.
Il punto è che il PD nella sua interezza asseconda il processo fondamentale, ovvero il progressivo e crescente trasferimento di quote di reddito e potere sociale dalle fasce più deboli della popolazione a quelle più forti e privilegiate.
L’Italia diventa così un paese sempre più scisso e diviso fra chi è ricco e può vedere il futuro con ottimismo e chi invece non ha alcuna prospettiva per sè e per i propri figli.
La stessa crescita economica diventa un fattore indifferente, perché non innesca alcun processo redistribuvo, nemmeno in termini di maggiore buona occupazione.
Non potevano dunque esserci dubbi: Sinistra Italiana si sarebbe presentata alle elezioni in un progetto politico alternativo ai poli esistenti, con l’obiettivo di vincerle o di rappresentare nei prossimi anni una forza di opposizione.” Anche Fioretti si è trovato d’accordo con le parole di Fratoianni, e in un confronto personale avuto a conclusione dell’assemblea con il segretario nazionale Fratoianni e altri esponenti del partito come Stefano Fassina e Nichi Vendola, alimenterà la pratica del partito, già attiva in tutto il territorio nazionale, per espanderla a Rosolini e in provincia.