Terminata la due giorni di lavori dell’assemblea nazionale di Sinistra Italiana tenutasi a Roma sabato 14 e domenica 15. Presente anche una delegazione del circolo rosolinese guidata dal segretario cittadino Corrado Fioretti. Importante l’incontro avvenuto al termine dell’assemblea tra il segretario nazionale Nicola Fratoianni e Corrado Fioretti (nella foto); i due si sono soffermati a lungo trattando tematiche inerenti il proseguo del partito all’intero della coalizione di Liberi e Uguali e soprattutto le amministrative del 10 giugno che si terranno in molti comuni tra cui Rosolini e che vedono impegnati attivamente esponenti di Sinistra Italiana alle prossime elezioni. Lo stesso Fratoianni ha confermato la sua presenza nella città elorina verso la fine maggio in vista della campagna elettorale e per il sostegno ai candidati.
Liberi e uguali è andata male al voto, «un risultato al di sotto delle aspettative e delle necessità», ma per salvarsi Sinistra italiana non si aggrapperà alla zattera del centrosinistra: perché quella zattera a sua volta sta affondando. Ora i «compagni» di Mdp sono ufficialmente avvertiti. Oltre cinquanta interventi, un dibattito schietto e aperto e senza innocenti su tutto quello che non ha funzionato, che è tanto, nella lista e a casa propria. Un confronto che è merce rara dopo il 4 marzo: a sinistra non se n’è visto uno così, dal Pd procedendo verso sinistra. Il segretario Nicola Fratoianni, che in qualche modo rimette il mandato («decideremo insieme», dice) premette una proposta di iniziativa contro le bombe in Siria. Ma il cuore del discorso è sbrogliare la matassa del futuro della sinistra svuotata di voti da M5S. Mdp predica che Leu si trasformi in partito unitario, e i suoi parlamentari riallacciano i fili con gli ex del Pd. Fratoianni dice sì a Leu perché è la strada «della costruzione di una sinistra politica adeguata alla contemporaneità, che abbia come suo tema fondativo la lotta alle diseguaglianze». Ma per Si, e non da oggi, non è la strada che porta al centrosinistra: formula «identificata con le politiche dell’ “establishment” corresponsabile della condizione sociale dei molti». È l’opposto dell’analisi di Massimo D’Alema e di Mdp. La conseguenza non è sulle imminenti amministrative, dove si procede in ordine sparso, ma sulle europee del 2019: «La strada del rapporto privilegiato con il socialismo europeo per noi è senza uscita e del tutto improponibile», dice Fratoianni. Altro macigno sulla via unitaria di Leu.