Ci sono i nomi dei sette ragazzi che fondarono il centro, incisi su una delle pareti della stanza da pranzo. C’è un forte senso di spiritualità e di amore verso il prossimo, testimoniato dalle parole del vescovo Mons. Staglianò, c’è un’aria familiare rappresentata dalle famiglie che per anni sono riuscite a dare ognuno il proprio contributo per mantenere vivo il ricordo di Corrado Paradiso. Lui non riuscì a sopravvivere all’overdose ma nel ricordo del giovane netino scomparso 25 anni fa è stata fondata una Comunità incontro che porta il suo nome e che è stata ristrutturata da poco per tornare ad essere punto di riferimento per chi ne ha bisogno.
E così ieri c’è stato il simbolico taglio del nastro della struttura che si trova in contrada Cozzo Tondo nel cuore di San Corrado di Fuori, con il messaggio di Mons. Staglianò e le testimonianze di don Angelo Giurdanella, vicario generale della diocesi netina che da anni segue spiritualmente i giovani, e del sindaco Corrado Bonfanti, la cui amministrazione comunale più volte ha donato dei fondi per sostenere le attività di questa comunità.
<<Non bastano le donazioni, ha detto Bonfanti,ci vuole anche e soprattutto molto amore e condivisione comunitaria, esperienza fortemente arricchente che ho avuto modo di sperimentare in questi anni.
Amore e solidarietà personale e come rappresentante della comunità cittadina, convinto assertore di certi valori cristiani frutto della mia storia di vita e della mia formazione che mi consentono di affermare che essere vicini a chi soffre e ha bisogno prima ancora di gratificare quest’ultimi gratifica noi stessi.
Questa Comunità Incontro segna una tappa importante nel cammino di testimonianza della Carità a favore di tanti giovani, cui è offerta l’opportunità di recuperare il senso della vita che hanno smarrito e che li ha portati all’illusione di colmare i vuoti esistenziali ricorrendo all’alcool, alle droghe, alle pasticche, alla ricerca di paradisi artificiali. Questo come conseguenza di una cultura del tutto, subito e senza impegno. Lo ha sottolineato Mons. Staglianò (<<chiediamo la benedizione di questo luogo perché la benedizione ci avvicina a Dio, apriamo simbolicamente questa porta come fosse la Porta Santa del nostro cuore>>) e don Giurdanella durante il taglio del nastro: <<Dal lontano 1986 abbiamo realizzato un concorso di idee perché quando morì questo ragazzo, alcuni giovani all’uscita dalla Cattedrale fecero trovare una scritta: “Chiesa di Noto, cosa fai per noi tossici?”. Si accese una lampadina, in poco tempo ci attivammo, arrivarono i primi sette ragazzi i cui nomi oggi sono incisi su quel muro e in poco tempo fu realizzata questa Comunità che è diventata un punto di riferimento per tutti. Da qui sono passati centinaia di ragazzi che vivevano il dramma della solitudine, della disperazione e che hanno ricevuto un messaggio di vita e di speranza attraverso un percorso basato sul confronto, la condivisione, il lavoro e l’acquisizione del senso di responsabilità. Con la scomparsa di Don Pierino due anni fa ci siamo ritrovati con una struttura che aveva bisogno della necessaria manutenzione per andare avanti e oggi che è stata ristrutturata, possiamo dire che è come se rivivesse una seconda volta>>.