Dalle prime ore della mattinata di oggi circa 30 Carabinieri della Compagnia di Ragusa, supportati dalle unità cinofile dei Carabinieri di Nicolosi (CT), sono stati impegnati nell’operazione di polizia giudiziaria che trae origine da un’indagine condotta dal NORM di Ragusa e che ha permesso di ricostruire la rete e gli intrecci della criminalità iblea nel sempre florido settore della vendita di sostanze stupefacenti.
L’operazione è denominata “SP25”, dall’omonima strada provinciale che collega il capoluogo ibleo con la sua frazione marina, dove i militari hanno effettuato la maggior parte dei riscontri all’attività investigativa. Due le persone arrestate, destinatarie del provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Ragusa, su richiesta della Procura della Repubblica, altri 3 invece (italiani e albanesi), sono stati destinatari della misura cautelare dell’obbligo di dimora, 23 i soggetti denunciati in stato di libertà per i reati di spaccio di sostanze stupefacenti, furti e ricettazione.
Un terzo destinatario della misura cautelare restrittiva non è stato rintracciato e verosimilmente si trova in Albania, così come altri due indagati destinatari del provvedimento dell’obbligo di dimora irreperibili sul territorio nazionale.
L’attività di indagine è nata dalla volontà di colpire alcuni giovani spacciatori italiani ed albanesi dimoranti nel centro storico di Ragusa i quali, approfittando di uno stato di vera e propria dipendenza e sudditanza da parte dei giovanissimi assuntori iblei, dopo le “stoccate operative” inferte dalle Forze di Polizia nell’anno 2017, riprendevano con un inaspettato vigore lo smercio degli stupefacenti riuscendo a lucrare ampiamente dall’illecita attività.
Con l’intento di disarticolare i canali di approvvigionamento e smercio di tali sostanze stupefacenti a novembre 2017 la Sezione Operativa del NORM di Ragusa ha quindi intrapreso un’attività investigativa con intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione ed analisi dei tabulati dei dati di traffico mobile, controlli del territorio nonché pressante attività di “OCP” (Osservazione, Controllo e Pedinamento) degli indagati. A ciò si è aggiunto il monitoraggio di alcune zone di spaccio con telecamere sapientemente occultate che hanno anch’esse contribuito all’acquisizione di elementi probatori dell’attività di spaccio ed hanno consentito l’esecuzione di numerosi riscontri a supporto delle tesi investigative.
L’attività trae origine dagli arresti in flagranza di reato operato dai Carabinieri nelle varie fasi delle investigazioni nelle vie del centro città di MALOKU Elvis e del fratello, entrambi pluripregiudicati e di un altro pregiudicato ragusano effettuati a stretto giro temporale dai militari di questo Reparto tra il Novembre e il Dicembre 2017, nonché da tutta una serie di segnalazioni di assuntori inoltrate alla Prefettura di Ragusa. Partendo da questa efficace azione di repressione dei militari della Sezione Operativa della Compagnia di Ragusa, ma anche dalle “richieste di aiuto” dei genitori preoccupati dall’incremento dello smercio degli stupefacenti nelle villette e piazzette pubbliche della parte alta di Ragusa, l’articolata attività d’indagine ha consentito di accertare numerosissimi episodi di spaccio, come quelli messi in atto all’interno delle vie del centro storico di Ragusa, a seguito dei quali sono stati segnalati alla Prefettura e denunciati a piede libero diversi giovani, anche minorenni. Nel contempo i militari sono riusciti ad individuare e a localizzare dei veri e propri “laboratori di spaccio”, realizzati in abitazioni “d’appoggio”, ove veniva custodita la merce e dove spesso si realizzavano gli scambi.
Inoltre si acclarava che le modalità di spaccio avvenivano o attraverso l’acquisto a credito, ovvero sia la sostanza veniva ceduta con la promessa di una successiva dazione di denaro; o attraverso la modalità del doppio incontro di cui il primo con l’accordo di quantità e prezzo e relativa dazione del denaro dovuto, e il secondo con la cessione della dose.
Parallelamente si veniva a conoscenza del rinnovato slancio dello smercio degli stupefacenti anche lungo la fascia costiera – Santa Croce Camerina – Marina di Ragusa – Donnalucata – Scicli, da parte di un consesso di albanesi i quali, mantenendo stretti contatti tra loro e con propri connazionali dimoranti a Ragusa, avevano riacquistato quell’importante fetta del mercato dello spaccio degli stupefacenti. Le indagini hanno permesso di appurare che gli indagati di fatto utilizzavano l’espediente della cosiddetta “casa d’appoggio”, celando il grosso quantitativo della droga in abitazioni appositamente affittate per lo scopo o in vasi, al fine di fugare i controlli degli operatori delle Forze di Polizia.
Tale sodalizio era formato anche da soggetti di origine albanese che nei mesi compresi tra dicembre e marzo 2018 avevano letteralmente saccheggiato con furti diverse abitazioni, studi legali ed esercizi commerciali del centro storico ibleo, asportando per lo più numerosi prodotti Hi-Tech, come computer, tablet, smartphone, impianti stereo e schermi TV. Anche per quanto riguarda i reati predatori sono state denunciate numerose persone a piede libero per furto e ricettazione, mentre la refurtiva recuperata è stata restituita ai legittimi proprietari.
In definitiva le indagini hanno consentito di portare alla luce l’esistenza di molteplici cerchie di soggetti dedite all’attività di cessione di stupefacente, ossia:
– uno operante nella fascia costiera Santa Croce Camerina – Marina di Ragusa facente capo a KAMBERAJ RIDVAN;
– uno operante nella zona del centro storico di Ragusa, facente capo a MALOKU Elvis;
– un altro riferito ad un altro albanese, attualmente irreperibile, operante tra Ragusa e Modica.
Le indagini così espletate e sfociate nell’operazione di p.g. “SP25”, hanno consentito di trarre in arresto, complessivamente, tra flagranza e misure cautelari 12 persone, di deferire in stato di libertà 32 persone e segnalare all’UTG di Ragusa ben 18 individui. Sono stati inoltre sequestrati, complessivamente, oltre 1 kg di stupefacenti e denaro contante.
Soggetti colpiti dalle misure cautelari degli arresti domiciliari:
- KAMBERAJ RIDVAN, classe 1984, albanese;
- MALOKU ELVIS, classe 1998, albanese.