L’indagine ha avuto inizio dal tentativo di adescare un minorenne presso una villa comunale di Ragusa dove il pedofilo prestava servizio come custode.
La denuncia presso la Squadra Mobile di Ragusa ha permesso di scoprire fatti reato gravissimi.
La Polizia di Stato – Squadra Mobile – ha eseguito la misura cautelare a carico di un uomo per aver perpetrato diverse fattispecie di reato a carico di 6 minori tutti maschi, alcuni suoi parenti.
L’indagine, coordinata dalle due Procure della Repubblica competenti, Ragusa e Catania, è stata avviata dalla Polizia di Stato a seguito della segnalazione effettuata da un quindicenne che si era recato presso una villa comunale insieme al suo cagnolino.
Il ragazzino era stato oggetto di attenzioni da parte del custode (a tempo determinato) della villa, in particolar modo l’uomo aveva fatto delle avance al minore, alcune molto esplicite.
Impaurito ha immediatamente avvisato la famiglia e subito dopo insieme ai genitori ha presentato una formale denuncia presso gli uffici della Squadra Mobile, dove ha richiesto aiuto per lui e per gli altri minori, permettendo così di avviare indagini che hanno fatto emergere fatti reato gravissimi.
Dall’ascolto del racconto così dettagliato da parte del minore, emergeva una certa criticità, pertanto bisognava intervenire subito per bloccare il responsabile. Un favorevole episodio (il periodo di impiego come custode della villa stava scadendo) ha permesso di poter procrastinare l’indagine. Così, è stato dato avvio all’ascolto delle telefonate attraverso intercettazioni, senza la preoccupazione che il soggetto potesse adescare altri bambini.
Da quel momento in poi il soggetto è stato seguito in ogni istante dagli uomini della Squadra Mobile di Ragusa; non poteva essere lasciato alcuno spazio in quanto era ossessionato dalla ricerca di ragazzini.
Sin dai primi istanti, i contatti telefonici orientavano gli investigatori verso un gruppo di minori da lui contattati telefonicamente o presso il luoghi di ritrovo, alcuni dei quali a lui legati per parentela. Il costante monitorare della vita dell’indagato ha permesso di far emergere diverse fattispecie di reato, di particolare gravità.
Dalle intercettazioni e dai pedinamenti quotidiani, emergeva un quadro sempre più pericoloso e già si contavano 6 vittime tutte di sesso maschile; i piccoli dopo essere stati oggetto di attenzioni e di violenze rifiutavano di incontrarsi con il pedofilo, cercando di allontanarlo dalle loro vite.
Dopo una prima parte di indagine dedicata all’ascolto delle telefonate e allo studio della vita dell’indagato, è stato possibile individuare le 6 vittime ed il modus operandi adottato.
L’uomo, contattava i minori in ogni luogo, transitando per le vie frequentate dai più piccoli, come scuole e luoghi di ritrovo. Molti bambini ormai sapevano che quell’uomo era “pericoloso” pertanto non lo facevano avvicinare, altri invece, cedevano al ricatto del giro in scooter (da qui il nome dell’operazione). “Se vieni con me ti faccio guidare il motorino” (per i più grandi) oppure “vieni a fare un giro con me” (per i più piccoli). Una volta sullo scooter palpeggiava i piccoli e quando trovava i più fragili emotivamente andava ben oltre.
Oltre a questa tipologia di offerte, cercava di accaparrarsi le simpatie dei bambini con ricariche telefoniche e piccole somme di denaro, questo ha permesso di carpire la fiducia di parte delle vittime. Inoltre il soggetto era ossessionato da alcuni bambini a lui legati da parentela, li cercava continuamente. Uno dei ragazzini addirittura voleva portalo via in un luogo segreto, sottraendolo alla madre sua parente.
Proprio per la volontà di portare via uno dei bambini, la Squadra Mobile, durante l’attività d’indagine, ha predisposto un servizio notturno, bloccando gli intenti del criminale che aveva convinto il piccolo a fuggire con lui.
Considerata la spiccata potenzialità offensiva dell’uomo, il Sost. Proc. Marco Rota ha emesso un provvedimento di fermo di indiziato di delitto che la Squadra Mobile ha immediatamente eseguito.
Subito dopo il fermo, il GIP di Ragusa ha convalidato la misura trasmettendo il fascicolo alla Procura della Repubblica di Catania competente per questa tipologia di reati.
Il Sost. Procuratore presso la Distrettuale di Catania, richiedeva immediatamente l’incidente probatorio per cristallizzare quanto poche settimane prima raccontato dalle 6 vittime agli investigatori della Squadra Mobile di Ragusa.
Le 6 vittime, ascoltate dai poliziotti della Sezione Specializzata della Squadra Mobile, avevano descritto con i minimi dettagli i gravissimi fatti reato subiti, grazie anche all’aiuto di una psicologa, alcuni subiti per anni fin da quando erano piccolissimi. I ragazzini hanno permesso di fermare il soggetto per diverse fattispecie di reato, dall’adescamento di minore, alla violenza sessuale aggravata dall’aver commesso i fatti ai danni di minori di anni 10 e dal vincolo di parentela.
Durante l’incidente probatorio di pochi giorni addietro, i minori hanno confermato quanto narrato agli investigatori presso la sala per audizioni protette della Questura di Ragusa, aggiungendo peraltro altri dettagli ancora più gravi.
Il soggetto si trova in carcere nella sezione specializzata, in regime di custodia cautelare, in attesa delle nuove fasi processuali che si terranno a brevissimo.
“La Polizia di Stato, grazie alla tempestiva segnalazione di un ragazzino adescato presso una villa comunale, ha permesso di interrompere l’iter criminis messo in atto dall’uomo, assicurandolo alla giustizia. Fondamentale la collaborazione dei bambini e dei ragazzini; le loro dichiarazioni sono state rese con grande difficoltà ma, aiutati dal personale specializzato, i giovanissimi hanno permesso di riscostruire ogni singolo fatto reato commesso”.
Al link il video dell’operazione.
Per scaricare il video, basta cliccare, o richiamare nel browser, il seguente link:
http://www.poliziadistato.tv/c_IPAG0ifwCN
Il video restera’ disponibile per 72 ore.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola