Ragusa lì, 13 febbraio 2016
Nel 2011 era il terrore delle studentesse e giovanissime donne ragusane.
Le seguiva fino a casa ed appena entravano nell’androne le bloccava, toccava nelle parti intime e si masturbava davanti a loro.
La serialità dei crimini commessi aveva un unico comune denominatore, l’autore era affetto da mutismo.
Dopo la cattura ed un primo periodo trascorso in carcere era stato condannato e poi liberato anticipatamente, poi però si era reso latitante e per questo Squadra Mobile e Divisione Anticrimine hanno chiesto ed ottenuto un altro mandato di cattura.
Alla vista della Polizia l’uomo ha subito capito e si è dato a precipitosa fuga a piedi lungo le vie del centro cittadino ma dopo alcune centinaia di metri è stato bloccato e condotto in carcere.
La Polizia di Stato – Squadra Mobile e Divisione Anticrimine–su disposizione della Procura della Repubblica di Ragusa, ha proceduto alla cattura di MUSTAFA George nato in Romania il 03.09.1986 domiciliato a Ragusa in quanto deve scontare la pena in carcere per il reato di violenza sessuale ed atti osceni in luogo pubblico.
Nel 2011 era diventato il terrore delle giovani donne ragusane che orbitavano nella zona di Via Palma di Montechiaro, in particolar modo le studentesse minorenni.
Raccolte le prime denunce, gli uomini della Squadra Mobile di Ragusa avevano effettuato giorni e giorni di appostamenti per individuare il ricercato, il tutto dopo aver fatto un identikit del criminale seriale.
Anche delle donne della Polizia di Stato avevano fatto da “esca” per poter scovare il soggetto ma a nulla erano valsi i primi tentativi.
Dopo attente ricerche ed aver ristretto il campo, gli investigatori riuscivano a individuare il sospettato monitorandolo in ogni spostamento, ma considerata l’attenzione della Polizia per prevenire la commissione di nuove violenze e quindi salvaguardare altre ragazze, l’uomo si era allontanato da Ragusa. Le minori vittime di reato insieme ai genitori e le altre donne, nel contempo riconoscevano senza ombra di dubbio l’autore dei reati da loro commessi e proprio la caratteristica del mutismo del violentatore rendeva certa la sua identificazione.
La Procura della Repubblica di Ragusa, dopo un attento esame dei gravi indizi di colpevolezza raccolti dalla Squadra Mobile, emetteva un’ordinanza di custodia cautelare eseguita dopo le ricerche del rumeno che nel contempo aveva fatto rientro a Ragusa.
Dopo un primo periodo di custodia cautelare in carcere e la successiva condanna per violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico per anni 3 e mesi 6, l’uomo era prima rimasto in carcere e poi in detenzione domiciliare. Tornato in libertà per effetto della liberazione anticipata l’uomo si rendeva subito irreperibile non rispettando le prescrizioni del Magistrato di Sorveglianza.
La Divisione Anticrimine della Questura di Ragusa che si occupa quotidianamente della vigilanza e controllo dei soggetti sottoposti a misure restrittive della libertà domiciliare, come arresti domiciliari, misure di prevenzione, misure di sicurezza e misure alternative alla detenzione, ha redatto un’attenta informativa a carico di Mustafa, dalla quale emergeva la sua spiccata potenzialità offensiva e quindi pericolosità sociale, tanto da chiedere il ripristino della detenzione in carcere.
Il Tribunale di Sorveglianza, verificate le notizie fornite dalla Questura di Ragusa ordinava nuovamente la cattura del rumeno al fine di far scontare la pena residua a lui inflitta per il terribile reato di violenza sessuale, presso il carcere di Ragusa e non in altri regimi alternativi per i quali non risulta meritevole.
Mustafa, già all’epoca dei gravi fatti reato commessi, era solitamente impegnato a mendicare davanti farmacie, chiese e supermercati in quanto non aveva intenzione di lavorare, pertanto, non appena in possesso dell’ordine dei cattura, gli agenti della Divisione Anticrimine e della Squadra Mobile si sono subito recati a controllare questi luoghi.
L’uomo non era più domiciliato a Ragusa da un anno e risultava irreperibile sul territorio ibleo ma, uno dei poliziotti impegnati nelle ricerche era certo di averlo visto pochi giorni prima nel centro cittadino di Ragusa.
Sono bastate 24 ore agli uomini della Polizia di Stato per scovare il criminale che adesso dovrà scontare la pena presso il carcere di Ragusa.
Le fasi della cattura avvenuta ieri sono state particolarmente movimentate, in quanto Mustafa, non appena ha riconosciuto gli investigatori che all’epoca lo avevano catturato, si è subito dato a precipitosa fuga spintonando cittadini ignari di tutto che rovinavano a terra senza per fortuna riportare lesioni. Immediato è scattato l’inseguimento a piedi da Via Diaz dove era stato notato ed era fuggito, Via Rapisardi, Via San Francesco per poi terminare la corsa in Via Scipio dove gli agenti lo avevano accerchiato e neutralizzato.
Nonostante la resistenza, l’uomo veniva ammanettato e condotto negli uffici della Questura di Ragusa per l’identificazione da parte della Polizia Scientifica e la notifica dei provvedimenti di cattura a suo carico.
“La Polizia di Stato è impegnata quotidianamente, non solo in complesse indagini, ma anche in attività di controllo e vigilanza dei soggetti sottoposti a misure di detenzione alternativa, misure di prevenzione e sicurezza. Solo grazie ad un costante controllo ed informazione ai Giudici titolari della sorveglianza, è possibile applicare la misura detentiva idonea per ogni criminale”.
Il Dirigente la Divisione Anticrimine Il Dirigente la Squadra Mobile
- Dirigente della Polizia di Stato Commissario Capo della Polizia di StatoDott. Giorgio TerranovaDott. Ciavola Antonino