La Sala Ideal di Piazza Libertà ha ospitato giovedì sera un convegno dal titolo “Diagnostica reticolare non distruttiva, con utilizzo della tecnologia DifRob®”. L’evento, realizzato con il patrocinio dell’Assessorato regionale ai Beni culturali, la Soprintendenza di Ragusa e il Comune di Ragusa, la Betontest – laboratori tecnologici e di ricerca, e la XRD-Tools, ha acceso i riflettori su un innovativo sistema di diagnostica che utilizza una tecnologia portatile a raggi “X” per esaminare sul posto lo stato di salute di opere d’arte, edifici, monumenti e impianti industriali.
Dopo i saluti dell’architetto Calogero Rizzuto, Soprintendente per i beni culturali e ambientali di Ragusa, è intervenuto Corrado Monaca, amministratore unico di Betontest, il quale ha ricordato come la collaborazione con Giovanni Berti risalga al 2009, quando in occasione di un convegno sul “Fascicolo del fabbricato” (una carta di identità per gli immobili che ne certificasse la sicurezza, le caratteristiche strutturali, impiantistiche, manutentive e urbanistiche) la tecnologia diagnostica ai raggi “X” è stata sperimentata su Palazzo Pandolfi a Pozzallo, il primo esempio in Italia di certificazione applicata a un edificio storico. Da allora, ha detto Monaca, sono stati verificati migliaia di edifici.
Giovanni Berti ha illustrato le caratteristiche tecnico-scientifiche, le possibilità di applicazione del DifRob®, la sua versatilità e flessibilità. Già docente dell’Università di Pisa, responsabile di un gruppo di lavoro internazionale presso il Comitato Europeo di Normazione nel campo della diffrazione a raggi x (TC138), titolare di brevetti insieme alla XRD-Tools, spin off dell’Università di Pisa, Berti è il padre del DifRob®, il diffrattometro portatile robotizzato che ha perfezionato una metodologia di analisi inventata dai giapponesi negli anni Settanta. In pratica, ha spiegato il luminare, la sua invenzione non differisce nel funzionamento da un normale diffrattometro da laboratorio. Ma ha dimensioni compatte che lo rendono trasportabile. Ciò consente di eseguire le diagnosi senza dover prelevare campioni di materiale dal cantiere e trasportarle in laboratorio, ma effettuando l’analisi direttamente nei cantieri su “campioni non disturbati”, con una maggiore precisione di risultati. Il macchinario si adatta a qualunque geometria, grazie a un sistema di cingolati e a una movimentazione robotica.
Il DifRob® analizza polveri, cioè particelle dell’ordine dei nanometri, e restituisce preziose informazioni sulla composizione chimica e mineralogica dei materiali, sulla forma di aggregazione degli atomi, la nanostruttura e la macrostruttura, le orientazioni e la granularità. Tuttora esistono pochissime aziende al mondo in grado di eseguire queste analisi sul posto. E la XRD-Tools grazie alla tecnologia DifRob® è una di queste.
Vastissime le applicazioni, che spaziano dalla geologia al mondo industriale, dall’edilizia alla manutenzione, dal restauro e conservazione dei beni culturali. Uno dei settori principali d’impiego è proprio quello dei beni culturali e del restauro delle opere d’arte. Non a caso – ha concluso Berti – se ne sono avvalsi, tra gli altri, l’Opificio delle Pietre dure e il Museo degli Argenti di Palazzo Pitti a Firenze per l’analisi di opere d’arte e ampolle in vetro e in cristallo di rocca, per le quali non era possibile prelevare campioni di materiale senza danneggiare il manufatto.
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