SIRACUSA – LA DOTTORESSA GABRIELLA IOPPOLO VICARIO DELLA QUESTURA DI SIRACUSA PROMOSSA A DIRIGENTE SUPERIORE
Il Ministero dell’Interno, nel corso del Consiglio di Amministrazione tenutosi lo scorso 23 giugno, ha promosso alla qualifica di Dirigente Superiore la D.ssa Gabriella Ioppolo, attuale Vicario del Questore Dr. Mario Caggegi. L’importante riconoscimento avviene a circa un anno di distanza dall’insediamento nella Questura di Siracusa, periodo in cui ha direttamente collaborato il Questore Caggegi nella gestione dell’ufficio coordinando altresì i servizi di ordine e sicurezza pubblica per l’eccezionale afflusso di migranti che, come è noto, interessa massicciamente questo territorio.
Il predetto funzionario, nominato Primo Dirigente dal 2002, ha anche ricoperto importanti incarichi nella Questura di Reggio Calabria e Messina, nel Compartimento della Polizia Ferroviaria di Reggio Calabria e nelle Sezioni della Polizia Stradale di Messina e Palermo, maturando quindi un’esperienza poliedrica e variegata in tutti i settori della Polizia di Stato, culminata con il vicariato aretuseo.
Ampiamente apprezzata dal Questore, dai funzionari e da tutto il personale di polizia e dell’Amministrazione Civile dell’Interno per la sua capacità di coniugare in una sintesi efficace alta professionalità e grande senso di umanità, la D.ssa Ioppolo resterà ancora qualche tempo in servizio a Siracusa in attesa di essere designata presso la nuova sede di servizio.
PACHINO – LA POLIZIA DI STATO ESEGUE UN ORDINE DI SOTTOPOSIZIONE AGLI ARRESTI DOMICILIARI
Nella giornata di ieri, Agenti del Commissariato di P.S. di Pachino hanno eseguito un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Siracusa, di sottoposizione agli arresti domiciliari nei confronti di Di Rosa Mario (classe 1986) domiciliato a Pachino, già conosciuto alle forze di Polizia.
Il Di Rosa è ritenuto responsabile del reato di atti persecutori nei confronti di un educatore sociale.
La misura restrittiva scaturisce dall’attività investigativa tempestivamente condotta dagli Agenti del Commissariato i quali accertavano le continue persecuzioni morbose, le telefonate assillanti gli appostamenti ed i pedinamenti posti in essere dal Di Rosa nei confronti della vittima e tali da ingenerare, nella stessa, paura e radicale cambiamento delle proprie abitudini di vita.