Il Commissario straordinario della Provincia regionale di Siracusa, oggi Libero Consorzio Comunale, dott. Giovanni Corso ha inaugurato, questa mattina, alla presenza di autorità civili, religiose e militari, il cavalcaferrovia a servizio della strada provinciale Rosolini-Pachino.
Si tratta di un’opera attesa da tempo al cui completamento l’Ente di via Roma ha lavorato con grande impegno per riqualificare una zona attraversata quotidianamente da tantissima gente. Uscendo dalla autostrada Siracusa-Gela, attraverso l’ultimo svincolo possibile, quello di Rosolini, permette di immettersi rapidamente sulla SS 115 che conduce in provincia di Ragusa, scavalcando la ferrovia ed evitando così l’ingorgo che si crea per via del passaggio a livello.
Diverse le personalità che hanno partecipato a un evento storico, considerato che l’opera era attesa da moltissimi anni. Oltre al Commissario Giovanni Corso, presenti il sindaco di Rosolini, Corrado Calvo, l’ex presidente della Provincia, Nicola Bono, l’ex assessore provinciale ai lavori pubblici, Tino Di Rosolini, il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, il deputato regionale, Enzo Vinciullo, monsignor Angelo Giordanella, vicario del Vescovo della Diocesi di Noto, che ha benedetto l’opera. Per la Provincia presenti il segretario generale avv. Antonello Fortuna, il capo di gabinetto dott. Giovanni Battaglia e il dirigente ing. Dario Di Gangi.
“Grazie a tutti i presenti – ha detto il commissario straordinario della Provincia, dott. Giovanni Corso -. Ho l’onore di presiedere questo momento, ma non ho meriti. Tuttavia è importante che quest’opera, attesa da 40 anni, sia stata realizzata, che venga consegnata alla città di Rosolini e agli abitanti di tutto il territorio provinciale. Il Cavalcaferrovia agevolerà la viabilità della zona”.
Da parte sua il sindaco di Rosolini, Corrado Calvo, ha aggiunto: “Nel 2008 la Provincia, con Nicola Bono, grazie ai fondi della legge Bersani, 31 milioni, ha riqualificato tutta la zona sud con il nodo di Noto e adesso il cavalca ferrovia. Devo ringraziare anche il sindaco di Noto, Corrado Bonfanti, con cui, in sinergia, stiamo portando avanti un’altra iniziativa che prevede la realizzazione di una rotatoria in contrada Cipolla, iniziativa che in qualche modo completerà lo schema viario. Nel frattempo il cavalcaferrovia migliorerà la viabilità della nostra zona, opera che servirà a far defluire l’enorme traffico di auto”.
L’ex presidente della Provincia, Nicola Bono, con riferimento ai ritardi che hanno accompagnato la realizzazione dell’opera, ha parlato di mala burocrazia. “Esprimo tuttavia soddisfazione per l’opera pubblica realizzata. Rappresenta la conferma dell’impegno che avevo assunto allorché mi candidai alla presidenza della Provincia. E il cavalcaferrovia risolverà anche il problema della sicurezza stradale”.
Ha invece espresso commozione l’ex assessore Tino Di Rosolini per gli aspetti propedeutici che hanno caratterizzato la realizzazione dell’opera. Di Rosolini ha ricordato uno dei padri di quest’opera, l’avv. Salvatore Cultrera, nonché il suo impegno da amministratore. “L’opera però – ha concluso Di Rosolini – poteva essere consegnata tre anni addietro, quando qualcuno sosteneva si trattasse di un ecomostro”.
Sulle lungaggini burocratiche è intervenuto, durante il momento delle dichiarazioni, il commissario Corso, il quale ha ricordato ai presenti che in certi casi, proprio per evitare perdite di tempo, è possibile utilizzare lo strumento giuridico della conferenza dei servizi.
Enzo Vinciullo ha chiuso gli interventi delle autorità, parlando di risultato importante raggiunto. E ha manifestato un enorme piacere per il ricordo del ruolo svolto dall’avv. Salvatore Cultrera.
Va detto che l’opera (responsabile unico del procedimento l’ing. Domenico Morello, progettista e direttore dei lavori l’ing. Concetto Silluzio) è costata complessivi cinque milioni e mezzo di euro. Cinque milioni utilizzati attraverso i fondi della legge Bersani, cinquecentomila euro i fondi provinciali impegnati.
Il progetto attuale è stato oggetto di modifica concordata con la Soprintendenza.
Il progetto iniziale prevedeva pile in cemento armato pieno. Quello realizzato è in acciaio con una “luce” di oltre 100 metri che si poggia su due piloni anch’essi di cemento armato. Sia la rotatoria che la nuova rampa di accesso sono state realizzate con terre “armate”.