A seguito di una complessa attività investigativa attuata dal personale della Polizia di Stato del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Priolo Gargallo, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siracusa in accoglimento di specifica richiesta degli investigatori, ha emesso un Decreto di Sequestro Preventivo, in situazione di urgenza, nei confronti della società “ECOMAC SMALTIMENTI S.R.L.”, per un ammontare di euro 13.416,45, eseguito nella giornata di venerdì 2 febbraio.
L’indagine si è focalizzata su presunti elementi di irregolarità nell’affidamento alla ditta ECOMAC dell’appalto per lo smaltimento e la differenziazione dei rifiuti del Comune di Melilli, avvalorati da un decreto di perquisizione e sequestro di atti e documentazione informatica emesso dall’A.G., eseguito dal personale della Polizia di Stato di Priolo Gargallo presso la sede della ditta in parola e presso il comune di Melilli.
I reati ipotizzati, in concorso, sono turbata libertà degli incanti, frode in pubbliche forniture e truffa in danno di ente pubblico.
I soggetti indagati sono D’ORAZIO Davide, ex dirigente del Comune di Melilli, responsabile del procedimento di affidamento dell’appalto alla ditta ECOMAC, ALOSCHI Angelo e CONSIGLIO Gianfranco, quale, Amministratore unico il primo e quale socio il secondo della ditta ECOMAC ed, infine, MONTAGNO GRILLO Salvatore, dipendente della citata ditta.
L’inchiesta in parola ha anche accertato la fraudolenta attività delittuosa posta in essere per truffare il Comune di Melilli, mediante sovrafatturazione per servizi non resi o resi in modo difforme dai patti contrattuali stipulati. Infatti, a fronte delle 105,97 tonnellate di rifiuti differenziati conferiti presso la piattaforma di lavorazione ECOMAC, tutti regolarmente fatturati e saldati dall’Ente Comune di Melilli, la società certificava l’ingresso solo per 65,5 tonnellate di rifiuti differenziati – carta e cartone-, con un ammanco accertato pari a 40,77 tonnellate. Dalle indagini effettuate si appurava che il danno patrimoniale subito dall’Ente Pubblico non derivava, altresì, unicamente dall’ammanco delle 40,77 tonnellate di carta e cartone, ma anche nella alterazione delle reali quantità di rifiuti transitati presso la Piattaforma ECOMAC. Ciò ha comportato che il comune di Melilli, che peraltro è il proprietario del bene, non solo si era accollato tutti gli oneri di natura economica per la trasformazione del rifiuto in bene di valore, ma si era visto negare, per mancanza dell’inserimento dei dati corretti dei quantitativi di rifiuti transitati sulla piattaforma, il bonus di natura economica relativo alle effettive quantità di materiale riciclato.