Le indagini della Polizia hanno permesso di fermare già 5 scafisti, 3 sono minorenni.
Continuano in modo serrato le attività degli investigatori per identificare gli altri scafisti dei gommoni soccorsi.
Salgono a 43 gli scafisti fermati nel 2016 (14 minori); nel 2015 sono stati 147.
La Polizia di Stato ha già provveduto a trasferire dopo l’identificazione oltre 400 migranti sbarcati.
Nel 2016 all’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso 4.003 migranti in occasione di 11 sbarchi.
La Polizia a seguito di intense indagini iniziate ancor prima dello sbarco dei 730 migranti grazie allo scambio informativo con personale Frontex a bordo della nave Siem Pilot, ha individuato gli scafisti di ben tre gommoni.
Le indagini proseguono per raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico degli scafisti degli altri gommoni soccorsi e di ora in ora potranno esserci sviluppi.
Ad oggi la Polizia ha sottoposto a fermo: CEESAY Malang, nato in Guinea Bissau il 02.08.1996,
S.B. nato in Senegal di anni 17, C.M. nato in Senegal di 17 anni, MUSA Jarjv, nato in Gambia il 12.04.1996 e S.M. nato in Senegal di 17 anni
I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti da diversi paesi del centro africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo nelle prime ore per essere visitati, identificati e subito dopo trasferiti in altri centri.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 07:40 del 27.03.2016 su disposizione del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto l’Unita navale “U. DICIOTTI” CP 941, veniva inviata in soccorso di un gommone. Alle successive ore 09,15, dopo aver avvistato il citato battello, iniziavano le operazioni di soccorso che terminavano alle successive ore 09,36, dopo aver proceduto al trasbordo di nr. 131 migranti di varie nazionalità. Appena terminate le operazioni di soccorso, la predetta nave, su segnalazione dell’unità navale della Marina Militare italiana “Aliseo”, procedeva al soccorso di ulteriori 4 gommoni carichi di migranti che venivano poi trasbordati, insieme a quelli soccorsi prima, sulla nave Norvegese Siem Pilot che, a sua volta, li conduceva a Pozzallo insieme ad altri migranti ricevuti dalla Nave “Dattilo”.
La nave Siem Pilot giungeva, quindi al Porto di Pozzallo intorno alle ore 8,00 di ieri con 730 migranti soccorsi in 6 distinti eventi SAR. Dopo le visite sanitarie, venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di identificazione tutti i migranti.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
La Polizia di Stato ha dovuto far fronte ad uno degli sbarchi più grossi giunti sulle coste iblee. Il lavoro degli agenti della Polizia è molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che è prioritaria.
Nonostante tutto, l’esperienza maturata sul campo, ha permesso di gestire questo nuovo arrivo e contemporaneamente le nuove partenze verso altri centri degli ospiti sbarcati.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 60 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. In tempi record sono stati identificati quasi tutti i migranti approdati e gli uomini della Polizia di Stato sono ancora a lavoro per ultimare tutte le procedure.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno parzialmente concluso le indagini dopo 16 ore dall’arrivo in banchina dei migranti.
Le attività investigative iniziate sin dal giorno prima dell’arrivo dei migranti in porto, grazie a sofisticate tecnologie di scambio informatico e via satellitare delle immagini e video raccolti da personale Frontex a bordo della nave che li ha soccorsi hanno permesso di raggiungere questo risultato.
Grazie alle foto fatte durante le fasi di soccorso e dalle testimonianze dei migranti, è stato possibile appurare quanto accaduto durante le fasi del viaggio.
Tutti i 730 migranti si trovavano i diversi capannoni vicino le spiagge libiche e quando le condizioni del mare lo hanno permesso, i trafficanti li hanno messi su 6 gommoni usando su di loro ogni violenza al fine di farli salire a bordo velocemente per poi guadagnare la fuga durante la notte.
Dopo aver individuato chi doveva condurre i gommoni ed aver preso accordi con loro, gli organizzatori si defilavano, lasciando ogni responsabilità agli scafisti spesso “arruolati” tra le fila dei trafficanti solo per non pagare il viaggio o per guadagnare poche centinaia di dollari, almeno per quanto concerne i migranti provenienti dal centro Africa.
Le indagini appena concluse per quanto concerne 4 dei 6 eventi giunti a Pozzallo, sono subito dopo riprese per individuare gli scafisti degli altri due gommoni sbarcati ed a breve potrebbero esserci ulteriori sviluppi.
La Polizia ha comunque individuato già dei sospettati, adesso bisogna raccogliere gravi indizi di colpevolezza a loro carico, quindi il lavoro più delicato è quello di cercare dei testimoni privi di paura che hanno intenzione di collaborare con gli investigatori.
Ancora una volta è risultato fondamentale il rapporto di sinergia tra Polizia di Stato ed i soccorritori che sin da prima dell’approdo mediante un fitto scambio informativo hanno fornito utili indizi per poi concretizzare il tutto negli uffici della Squadra Mobile di Ragusa presso l’HOT SPOT di Pozzallo.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2016 sono 43 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola