Le indagini hanno permesso di chiarire la posizione di due famiglie libiche soccorse su una piccola barca. Hanno acquistato il natante e sono partiti autonomamente per non viaggiare a bordo di gommoni con i centro africani e correre meno rischi.
Continuano le testimonianze di ripetute violenze e uccisioni in Libia per futili motivi, prima della partenza.
Salgono a 121 gli scafisti fermati nel 2016 (21 minori); nel 2015 sono stati 147.
La Polizia di Stato ha trasferito immediatamente dopo il fotosegnalamento 200 migranti, restano al centro numerosissimi minori non accompagnati.
Nel 2016 all’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso 11.836 migranti in occasione di 32 sbarchi.
La Polizia a seguito di questo nuovo sbarco, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: SISSE Hassan, nato in Gambia il 12.05.1986, NINGA Alieu, nato in Senegal il 01.01.1987, SEY Alpha Omar nato in Gambia il 02.05.1998 e ABDOULIE Jallow nato in Gambia il 01.06.1998.
Sono loro secondo i testimoni coloro che hanno condotto il peschereccio salpato dalle coste libiche.
I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Libia al fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 11:27 del giorno 11.08.2016, l’unità navale “TOPAZ RESPONDER” veniva inviata da IMRCC Roma verso l’unità navale “PHOENIX”, per trasbordare i migranti intercettati da quest’ultima unità in due distinti eventi SAR. Alle successive ore 12:20 la nave “TOPAZ RESPONDER” dava inizio alle operazioni di trasbordo dei complessivi 40 migranti di varie nazionalità. La nave “TOPAZ RESPONDER” faceva quindi rotta verso il porto di Pozzallo ma si imbatteva in un gommone alla deriva traendo in salvo altri 121 migranti; giungeva alle ore 15:30 circa del 12.08.2016 con a bordo complessivamente 161 persone.
Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di pre-identificazione a cura della Polizia Scientifica e dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa.
ORDINE PUBBLICO ED ASSISTENZA
Il lavoro degli agenti della Polizia è sempre molto difficile in quanto bisogna far conciliare le esigenze di ordine pubblico, quelle di Polizia Giudiziaria ed ovviamente l’assistenza ai migranti appena sbarcati che resta prioritaria.
Il Funzionario dirigente del servizio di Ordine e Sicurezza Pubblica della Polizia di Stato, con a disposizione decine di uomini, ha dovuto poi coordinare, le immediate partenze, i trasferimenti dall’Hot Spot ad altre regioni e l’accoglienza di centinaia di migranti.
Le operazioni di sbarco non hanno fatto registrare criticità ed è stata prestata la massima attenzione verso i soggetti che avevano bisogno di cure mediche, in particolar modo diverse donne incinte e minorenni.
Alle procedure hanno partecipato 30 Agenti della Polizia di Stato, nonché appartenenti alle altre Forze dell’Ordine, la Protezione Civile, la Croce Rossa Italiana, Esercito Italiano ed i medici dell’A.S.P. per le visite mediche.
Al riguardo, le attività dell’Ufficio Immigrazione della Polizia di Stato risultavano complesse, dovendo essere espletate in tempi ristretti, così da permettere anche un immediato invio degli ospiti in altre strutture d’accoglienza.
La Polizia Scientifica ha lavorato consequenzialmente senza sosta per le operazioni di preidentificazione e fotosegnalamento, in considerazione dei nuovi arrivi. Si sta procedendo al fotosegnalamento dei migranti sbarcati ed al loro trasferimento ad operazioni ultimate, da parte degli uomini della Polizia di Stato che lavorano senza sosta.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini in ordine al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in 14 ore, ovvero fino a tarda notte.
La Polizia è impegnata quotidianamente in indagini volte al contrasto dell’immigrazione clandestina e sta registrando, sempre più, l’utilizzo di piccole imbarcazioni da parte di famiglie di libici che decidono di allontanarsi dalla loro terra, dato che prima non veniva acquisito.
A differenza degli altri, i libici che partono dal loro paese non vogliono viaggiare con i centro africani, anche per rischiare meno considerati i tragici eventi di cui sono a conoscenza.
Per il barchino con 8 migranti a bordo (tutti libici) non è stato possibile arrestare lo scafista considerato che faceva parte di una delle due famiglie a bordo e non ha commesso il reato di favoreggiamento in quanto ha aiutato se stesso ed i suoi familiari a giungere in Italia.
In pratica non sono stati raccolti gravi indizi di reato in ordine al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Diversa la posizione di due giovanissimi gambiani che hanno condotto una piccola barca con 27 migranti, così come quella dei due extracomunitari che hanno condotto il gommone con 121 passeggeri.
Per quest’ultimi le responsabilità sono chiare, dovranno tutti e 4 rispondere del reato previsto dal testo unico sull’immigrazione.
Durante l’acquisizione delle testimonianze per i reati commessi ai danni dello stato italiano, è stato possibile registrare un incremento delle violenze subite dai migranti nelle connection house in Libia.
I testimoni parlano di uccisioni per futili motivi e violenze inaudite da parte dei libici ai danni dei centro africani.
Gli scafisti fermati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica in quanto autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poi essere condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2016 sono 121 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 150 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola