103i fermati nel 2017 (7 minori); 200i fermati del 2016 (29 minori).
I migranti dopo il fotosegnalamento operato dalla Polizia Scientifica sono stati presi in carico dall’Ufficio Immigrazione per le procedure di respingimento da parte del Questore.
Grazie alla comparazione delle impronte digitali da parte della Polizia Scientifica, la Squadra Mobile di Ragusa ha proceduto all’arresto di due tunisini che erano già stati espulsi dall’Italia. Uno di loro deve ancora espiare una pena detentiva, pertanto è stato condotto in carcere in quanto aveva commesso furti ad Arezzo.
Nel 2017 presso l’Hot Spot di Pozzallo hanno già fatto ingresso11.628migranti in occasione di 47approdi; nel 2016 erano arrivati 18.488 migranti in occasione di 56 sbarchi.
La Polizia a seguito dello sbarco di ieri ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: KAMOUN Bilal, nato in Tunisia il 15.11.1990, GHARSALLAH Mohammad, nato in Tunisia il 22.07.1988 e BEN SLIMANE Aymen, nato in Tunisia il 25.04.1994.
Secondo i testimoni è lui che ha condotto l’imbarcazione partita dalle coste tunisine. I responsabili del delitto previsto dall’art. 12 D.Lgs.vo 25.7.1998 nr. 286, concorrevano con altri soggetti presenti in Tunisiaal fine di trarne ingiusto ed ingente profitto, compiendo atti diretti a procurare l’ingresso clandestino nel territorio dello Stato di cittadini extracomunitari. Il delitto è aggravato dal fatto di aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale in Italia di più di 5 persone; perché è stato commesso da più di 3 persone in concorso tra loro; per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale delle persone esponendole a pericolo per la loro vita e incolumità ed inoltre per aver procurato l’ingresso e la permanenza illegale le persone sono state sottoposte a trattamento inumano e degradante.
I migranti sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.
MODALITA’ DI SOCCORSO IN MARE
Alle ore 07.51 del 07.12.2017, RCC (Rescue Coordinator Center) Malta, a seguito di segnalazione dell’areo da ricognizione dell’assetto Frontex “Osprey 01”, avvistava una barca in legno carica di migranti. Alle successive ore 08.06 MRCC Malta dichiara evento SAR e richiedeva di intervenire alla nave norvegese dell’assetto Frontex che si dirigeva verso le coordinate segnalate. Alle ore 10.49 intercettava il natante che era già sotto controllo da parte di due motovedette della Guardia Costiera. Alle ore 12.15 iniziavano le operazioni di trasbordo dei migranti dalle motovedette alla Olympic Commander. Dette operazioni terminavano alle ore 13.42 con il trasbordo di 78 migranti. Come da disposizioni ricevute, l’unità navale procedeva verso il porto di Pozzallo ove giungeva intorno alle ore 12,00 del 9.12.2017.
LE INDAGINI
Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota della Guardia di Finanza di Pozzallo ed una dei Carabinieri hanno sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria 3 scafisti.
I migranti sono partiti dalla Tunisia ed hanno pagato circa 2.000 euro cadauno per raggiungere l’Italia.
Dalle indagini è emerso che i tre membri dell’equipaggio fossero in accordo con gli organizzatori tunisini tanto da non averli visti nelle cosiddette “connection house”, ma solo quando saliti a bordo della barca in legno.
Grazie alle testimonianze è emerso che una volta giunti in acque internazionali i membri dell’equipaggio hanno richiesto l’aiuto via telefono satellitare ed atteso i soccorritori.
Al termine delle indagini, gli scafisti sottoposti a fermo sono stati associati presso la casa circondariale di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea competente territorialmente.
A differenza dei viaggi con partenza dalla Libia, dove i natanti vengono affidati a scafisti pronti ad assumersi la responsabilità pur di non pagare il viaggio, quando si salpa dalla Tunisia, considerato che il viaggio è più impegnativo, esiste sempre un equipaggio, difatti sono stati ben tre i responsabili.
Uno di loro era già stato in Italia ed espulso, ma nonostante questo ha reiterato la sua condotta tornando in Italia da scafista. Per questi motivi è stato fermato per aver favorito l’immigrazione clandestina ed arrestato per aver fatto ingresso in Italia senza alcuna autorizzazione e prima dei 5 anni previsti per legge.
La Squadra Mobile di Ragusa ha accertato che 6 tunisini erano già stati in Italia ed espulsi o respinti al momento del tentativo di permanere sul nostro territorio. Due dei 7 tunisini sono stati arrestati in quanto hanno tentato di fare ingresso in Italia non prima dei 5 anni, periodo minimo previsto per chi è stato espulso. Dopo le formalità di rito la Procura della Repubblica ha disposto la liberazione e di poter procedere nuovamente all’espulsione. Questo tipo di attività possono essere portate a termine solo grazie al lavoro della Polizia Scientifica mediante la comparazione delle impronte digitali che vengono prelevate a tutti i migranti sbarcati.
Un altro tunisino è stato condotto in carcere in quanto era stato condannato alla pena della reclusione ma come alternativa alla detenzione in un istituto di pena era stato espulso. L’uomo ha fatto rientro in violazione di quanto prescritto dal giudice che lo aveva condannato per furto e ricettazione, adesso dovrà scontare l’intera pena in carcere e poi sarà nuovamente espulso in modo coatto.
LA CATTURA
Le indagini condotte dalla Polizia Giudiziaria, hanno permesso anche questa volta di sottoporre a fermo di indiziato di delitto il responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Al termine dell’Attività di Polizia Giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Ragusa, gli investigatori hanno infatti ristretto gli scafisti che dopo le formalità di rito e l’identificazione da parte della Polizia Scientifica sono stati condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria Iblea impegnata in prima linea sul fronte immigrazione. Sono ormai quotidiane le udienze di incidente probatorio e quelle che portano alla condanna degli scafisti, rispettivamente per la ulteriore cristallizzazione in sede processuale della prova anche ai fini dibattimentali. Al riguardo molte le sentenze di condanne dell’Autorità Giudiziaria.
Era già stato espulso ed ha fatto rientro in Italia clandestinamente, per questo, quando espierà la pena, sarà nuovamente espulso dal territorio nazionale.
BILANCIO ATTIVITA’ DELLA POLIZIA
Nel 2017sono 103 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa. Lo scorso anno sono stati arrestati 200 scafisti dalla Polizia Giudiziaria. Inoltre, sono in corso numerose attività in collaborazione con le altre Squadre Mobili siciliane della Polizia di Stato (coordinate dal Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine) al fine di permettere scambi informativi utili per gestire indagini sul traffico di migranti dalle coste straniere a quelle Italiane.
IL DIRIGENTE LA SQUADRA MOBILE
Commissario Capo della Polizia di Stato
Dott. Antonino Ciavola