Via libera ai lavori di difesa costiera dei mammelloni di Pietrenere, da anni interessati da un processo erosivo che ne comprometteva la stabilità. Il progetto, finanziato per un milione di euro già nel 2008 dal Ministero dell’Ambiente, ha vissuto varie vicissitudini: durante l’Amministrazione a guida Sulsenti scomparvero misteriosamente i fondi e furono spesi non si sa per quali finalità. “E’ censurabile che le somme destinate a questa importante opera – dichiara il Sindaco Roberto Ammatuna – siano scomparse e si sono così persi dieci anni per un’opera fondamentale non soltanto dal punto di vista della sicurezza e dell’incolumità pubblica, ma anche per lo sviluppo turistico della città. E’ stata la giunta di Luigi Ammatuna, nel 2015, a ripristinare le somme e da allora ci siamo prodigati per consentire di avviare finalmente i lavori” .
Il progetto originario, tra opere a terra e a mare, prevedeva la protezione della spiaggia Pietre Nere dalla caduta di massi mediante il disgaggio, la demolizione e riprofilatura dello strato calcarenitico superiore aggettante, la protezione dai fenomeni di scalzamento al piede della prospicienza est della falesia, tramite la realizzazione di un sistema di protezione costituito da massi naturali che ne annullassero lo scavernamento al piede. Per la protezione del litorale dall’azione dei marosi – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Uccio Agosta – è stata studiata la realizzazione di una barriera soffolta di 240 metri totalmente immersa, consentendo così non soltanto il blocco dell’erosione della spiaggia, ma il suo accrescimento. E’ stata anche necessaria una perizia di variante, a causa di un aggravamento del fenomeno di equilibrio instabile in cui versa il fronte di intervento.
Il progetto di variante prevede la realizzazione di recinzioni in legno per l’inibizione dell’accesso nelle porzioni di fascia costiera soggette a rischio crolli. Verrà mantenuta una porzione di disgaggio della falesia, con mantenimento di piccoli volumi di roccia risultanti dal disgaggio al piede della stessa falesia, garantendo così una effettiva collocazione dei piccoli blocchi rocciosi che si andranno ad integrare con quelli già situati al piede della falesia, oggetto di crolli naturali. La variante, assicurano i progettisti, avrà un minore impatto ambientale.