Nell’ambito del percorso di legalità avviato in collaborazione con l’Istituto Brancati di Pachino, il Dirigente del Commissariato di Pubblica Sicurezza di Pachino ha svolto
nella giornata di ieri un secondo incontro con gli alunni del predetto comprensorio sul tema della mafia: risvegliamo le coscienze. Nell’aula gremita di studenti, il Dirigente ha focalizzato il cuore del problema coinvolgendo gli alunni, particolarmente attenti e sensibili all’argomento. Così, grazie all’ausilio di filmati video predisposti dal personale della Scientifica del Commissariato, i ragazzi sono stati accompagnati in un viaggio alla riscoperta del fenomeno mafioso in tutte le sue sfaccettature e note caratteristiche, quali la forza d’intimidazione derivante dal vincolo associativo mafioso e la legge dell’omertà e del silenzio che consente ai mafiosi di proliferare, assumendo il controllo di attività economiche, imprenditoriali e del territorio stesso di appartenenza. Cosa nostra fa leva sull’omertà, sulla mancanza di fiducia nello Stato, sulla corruzione, sulla disponibilità di grandi capitali ottenuti grazie ad attività illecite (come il traffico di stupefacenti, il racket, la prostituzione e l’omicidio). Contro la logica mafiosa si sono battuti i giudici Falcone e Borsellino i quali con dignità hanno portato avanti la loro battaglia fino al dono di sé stessi. I video delle stragi, proiettati dopo queste parole, hanno fatto breccia nelle menti e nei cuori dei giovani studenti. Il grido autorevole di protesta del grande Papa Giovanni Paolo II che rivolgendosi ai responsabili delle stragi, li invitava alla “conversione”, le parole struggenti ancora intrise di dolore delle vittime di mafia, hanno creato nell’aula della conferenza un serio momento di silenzio e riflessione. Infine un riferimento ai beni confiscati alla mafia, oggi diventati campi lavoro e luoghi di legalità anche per i più giovani che, con la loro fattiva partecipazione intendono dire un secco NO a tutte le logiche mafiose. “Parlate della Mafia, parlatene alla radio, in televisione, sui giornali”- diceva Borsellino ed io aggiungo “parlatene alla vostra stessa coscienza perché ha senso vivere ed anche morire se lo si fa con la consapevolezza e dignità di sentirsi Servitori dello Stato e dunque di tutta la collettività, della gente comune, degli ultimi, di chi
non ha voce.” Al termine dell’incontro, è stato fatto un gesto simbolico: il Dirigente del Commissariato unitamente ad altri collaboratori, al personale docente e agli alunni dell’Istituto si sono stretti in un unico abbraccio contro la Mafia e per la legalità. Il tutto immortalato da una foto ricordo. Il percorso di legalità continuerà anche nei prossimi giorni considerata la speciale importanza del confronto e della condivisione coi giovani che si apprestano a divenire i protagonisti del domani.